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PartnerRe, ripartono le trattative fra Exor e Covéa

A un anno e mezzo dal naufragio del precedente accordo, le due società tornano al tavolo per parlare della possibile cessione della compagnia riassicurativa

PartnerRe, ripartono le trattative fra Exor e Covéa
Exor riapre il dossier per la cessione di PartnerRe. E lo fa, ancora una volta, con Covéa. La holding della famiglia Agnelli, secondo un’indiscrezione de Il Sole 24 Ore che cita fonti vicine alla trattative, avrebbe ripreso i contatti con il gruppo francese per vendere definitivamente la propria compagnia riassicurativa. I colloqui sarebbero ricominciati poche settimane fa, a un anno e mezzo di distanza dal clamoroso naufragio della trattativa fra le due società. 

Nel marzo del 2020 Exor aveva infatti annunciato la sottoscrizione di un accordo per la cessione di PartnerRe a Covéa per una cifra attorno ai nove miliardi di dollari. Tutto era però saltato due mesi dopo, quando la holding aveva rigettato la richiesta del gruppo assicurativo di rinegoziare l’accordo a seguito della pandemia di coronavirus. Covéa, nella speranza di normalizzare i rapporti con la holding dopo il fallimento della trattativa, aveva successivamente accettato di investire 1,5 miliardi di euro in attività gestite da PartnerRe e in altri asset legati a Exor.

Il Sole 24 Ore afferma che le trattative ruoterebbero attorno a una valutazione definita “vicina” a quella concordata un anno fa fra le due società. Se completata, la transazione realizzerebbe il sogno a lungo inseguito da Covéa di integrare un già consolidato ramo riassicurativo nel proprio modello di business. Nel 2018 il gruppo aveva tentato la fusione con la francese Scor, operazione poi naufragata e tramutatasi in una battaglia legale che si è conclusa solo recentemente, lo scorso giugno, con un accordo fra le parti. In estate si era poi a lungo parlato di un interessamento per il ramo riassicurativo del gruppo Axa XL, la cosiddetta Axa Re, tentativo anche in questo caso poi andato in fumo perché la società guidata da Thomas Buberl non avrebbe giudicato sufficientemente adeguata l'offerta arrivata da Covéa.

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