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Aon-Willis Towers Watson, stop negli Stati Uniti

Iniziativa del dipartimento di Giustizia per bloccare la fusione: secondo il procuratore generale, a rischio concorrenza e innovazione di mercato

Aon-Willis Towers Watson, stop negli Stati Uniti
Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha fatto causa per impedire la fusione da 30 miliardi di dollari fra Aon e Willis Towers Watson. A detta del dipartimento, come si legge in una nota, l'operazione “creerebbe un colosso dell'intermediazione ed eliminerebbe la competizione fra due delle cosiddette big three (la terza è Marsh McLennan, ndr) del brokeraggio assicurativo”.


Nello specifico, prosegue il dipartimento nella sua nota, la fusione “rischia di eliminare la concorrenza, alzare i prezzi e ridurre l'innovazione per le attività, i dipendenti e le associazioni che negli Stati Uniti si basano su questi importanti servizi”. Il procuratore generale Merrick B. Garland ha affermato che “le imprese e i consumatori statunitensi fanno affidamento sulla concorrenza fra Aon e Willis Towers Watson per avere prezzi più bassi su servizi fondamentali, come la consulenza in materia di salute e previdenza: permettere questa operazione – ha concluso – ridurrebbe la concorrenza e lascerebbe ai clienti americani meno scelta, prezzi più alti e una più bassa qualità di servizio”. Nella sua denuncia, il dipartimento ha affermato che Aon e Willis Towers Watson si trovano “in un oligopolio” e “avranno ancora più leva quando l'accordo sarà chiuso”.
La risposta di Aon e Willis Towers Watson non si è fatta attendere. In una nota congiunta, le due società hanno detto di non concordare con l'iniziativa del dipartimento di Giustizia, “che riflette una mancanza di conoscenza del nostro business, dei nostri clienti e dei mercati in cui lavoriamo”. Secondo la nota, “la fusione accelererà l'innovazione per i clienti, offrendo più possibilità di scelta in un mercato già dinamico e competitivo”. Nelle conclusioni del comunicato, le due società affermano di continuare a “compiere progressi importanti con le autorità regolamentari nel resto del mondo” e di essere “pienamente convinti dei benefici della fusione”. Recentemente, un'indiscrezione della Reuters dava praticamente per acquisito l'ok della Commissione Europea, addirittura in anticipo rispetto alla scadenza stabilita, dopo che erano state annunciate una serie di cessioni al broker Arthur J. Gallagher.
Altre cessioni erano state effettuate negli Stati Uniti, con Aon che aveva venduto le proprie attività previdenziali al fondo di private equity Aquiline e il business Aon Retiree Health Exchange alla tech firm Align. Il dipartimento di Giustizia ha affermato che queste iniziative sono “insufficienti a proteggere i consumatori negli Stati Uniti”.

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