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Idd, per Aiba è troppo complessa e mina la concorrenza

Entrano in vigore le nuove disposizioni volute da Ivass e Consob. L'associazione teme l'impatto della iper-regolamentazione sui piccoli broker

Idd, per Aiba è troppo complessa e mina la concorrenza
Il 31 marzo entrano in vigore le modifiche regolamentari di Ivass e Consob al quadro applicativo della Idd, la direttiva europea 97 del 2016 dedicata all'intermediazione assicurativa, in vigore dal primo ottobre 2018.

Aiba, che ritiene la norma "ad alto impatto sul lavoro dei broker fin dalla prima stesura", conferma le preoccupazioni e ritiene che il completamento della Idd con la regolamentazione della Commissione Ue sulla Product oversight governance (Pog) e l'applicazione da parte del legislatore italiano abbia "confermato l'impatto penalizzante sull'industria assicurativa". 

La nuova norma, argomenta Aiba, pone in capo al broker per ciascun prodotto l'obbligo di definire e rendere coerenti i propri target market effettivi con quelli del produttore, "con un consistente aggravio dell'attività se si considera la relazione uno-molti esistente tra broker e compagnie". 

Con il recepimento della Idd in Italia, inoltre, continuano da Aiba, "si obbligano sia le compagnie sia i broker a modificare tutte le informative (dei prodotti e quelle precontrattuali) aggiungendo documenti di sintesi a quelli analitici, con un'informazione che risulta più complessa e quindi meno chiara".

Secondo il presidente di Aiba, Luca Franzi De Luca, il risultato dell'applicazione nazionale della Idd ha tradito "lo spirito della direttiva sul fronte della concentrazione informativa mediante documenti chiave, mentre ha rafforzato i profili di responsabilizzazione degli operatori".
Nel 2018, a tale proposito, Aiba aveva presentato uno standard a Ivass, "che però è stata scarsamente reattiva", ha commentato Franzi. 

L'associazione parla di "iper-regolamentazione che rende difficilmente sostenibile e mette a rischio l'attività di piccoli e medi broker e che potrebbe avere una serie di effetti sul mercato": si teme un mercato fatto di meno operatori ma più grandi, altamente specializzati, che si interfaccerebbero con un numero ridotto di compagnie, causando sia una contrazione della concorrenza sia una forte standardizzazione dei prodotti.

"Sono effetti questi – conclude il presidente di Aiba – che vanno a discapito della personalizzazione, che serve a rispondere alle reali esigenze di imprese, famiglie, persone".
L'associazione, dal canto suo, continuerà a cercare il confronto con le istituzioni per contribuire al miglioramento delle disposizioni: l'augurio, dicono da Aiba, è "che il cliente possa percepire il valore della professionalità rispetto all'industrializzazione di processo".



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