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Come funziona davvero Google Compare Auto?

Una delle maggiori novità nel panorama dei comparatori Rc auto è stato, negli ultimi mesi, il lancio di Google Compare Auto Insurance negli Stati Uniti e poi in Inghilterra. Nella nota rilasciata da Mountain View, il nuovo tool, si presenta come un’esperienza nuova e unica nel suo genere, che permette a compagnie e clienti di venirsi incontro nella ricerca del prezzo migliore, incontrandosi a metà strada. Il tutto a portata di pochi clic e in poco tempo.

Ho provato Google Compare US per capire se effettivamente il processo fosse così semplice e intuitivo. La pagina iniziale ci presenta i partner di Google in questa iniziativa: in un primo periodo solo Mercury Insurance e MetLife, alle quali ora si sono aggiunte altre 15 compagnie. Il modello di retribuzione delle stesse è calcolato sul cost-per-acquisition, ma il portale garantisce che la visibilità delle diverse compagnie non è influenzata dalle preferenze degli utenti e dal numero delle vendite.

Tutto gira attorno al codice postale. Introducendo lo ZIP Code, Google localizza l’area geografica del guidatore e comincia a raccogliere informazioni. Prima anagrafiche, bypassabili se l’utente ha un account Google dal quale il comparatore può “pescare”.  Poi relative al veicolo: anno, marca, modello, utilizzo principale, kilometraggio, luogo abituale di parcheggio, accessori non originali montati sullo stesso, proprietà.
Si passa poi ad analizzare il “pilota”, con la possibilità di aggiungere più guidatori abituali: stato della patente di guida (negli Usa può essere in corso, scaduta, temporanea, straniera ecc.) e Stato federato che l’ha rilasciata, età al conseguimento della stessa ed eventuali sanzioni nei 3 anni precedenti, ovviamente alcune informazioni sui sinistri più rilevanti negli ultimi anni. Tutti dai pertinenti alla profilazione dell’utente della strada, quindi.

Google, infine, ci richiede altre informazioni, che esulano un po’ dal campo dell’Rc auto. Informazioni obbligatorie senza le quali non si può procedere alla quotazione: sesso, stato civile, formazione scolastica, professione, tipo di abitazione. Infine, per ottenere uno sconto, si dà la possibilità all’utente di dichiarare se appartiene a determinate categorie: ai soldati dell’esercito americano, per esempio, sono concesse particolari agevolazioni.

Il percorso è quasi terminato. Ancora alcuni dettagli sulle eventuali assicurazioni auto attualmente in corso, sul periodo che si intende coprire con la nuova polizza e sulla modalità di pagamento preferita (a rate o in unica soluzione).

Dopo di che è tutto pronto e si viene catapultati sulla pagina con tutte le offerte: sulla sinistra si possono trovare le caratteristiche richieste dalla polizza (massimali, franchigie ecc.); al centro le varie offerte e sulla sinistra le specifiche dei vari preventivi selezionati, con la possibilità di acquistare direttamente online dal sito della compagnie prescelta.

Il viaggio è terminato. Sicuramente una prima volta emozionante (anche se non così rapida come prospettato), ma che mi lascia ancora con qualche perplessità sul reale vantaggio (se non economico) che l’utente può trarre dai comparatori. Perché Google è così curioso di raccogliere dati che non c’entrano con l’Rc Auto? Mi riserverà altre offerte in futuro? Io utente sono davvero in grado di scegliere consapevolmente la copertura migliore per me? O sto scegliendo come se mi trovassi su Booking, Expedia o gli altri siti che offrono pacchetti vacanze?

Tante domande a cui solo i prezzi possono dare una risposta. Speriamo che almeno quelli riescano a fugare i miei dubbi e che riesca a trovare l’assicurazione più “cheap”… Perché ormai è di questo che stiamo parlando!




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