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Più interesse tra i privati per le polizze cyber

Aumenta la preoccupazione di essere vittima di una frode online e, in parallelo, la volontà di cercare coperture assicurative per tutelarsi: secondo Swiss Re, è il momento di puntare sul mercato consumer anche per i rischi tecnologici

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È sempre di più il tempo che passiamo online e sempre maggiore il numero di attività che vengono svolte su smartphone e computer: cresce di conseguenza l’esposizione dei singoli verso i rischi tecnologici diretti e indiretti. E, complici anche i furti di dati che hanno fatto notizia per il loro volume, come quelli subiti da Yahoo o dallo Starwood Hotel di Marriot International, è segnalato in aumento l’interesse dei consumatori verso forme di protezione assicurativa. Lo ha rilevato in una propria analisi Swiss Re, secondo cui nel 2017 si sono verificati 978 milioni di attacchi informatici destinati a persone in 20 diversi paesi del mondo, con un valore medio per i furti online pari a 142 dollari, ma non vanno dimenticati i fenomeni “non economici” come il cyberbullismo (che colpisce il 60% dei teenager) e il furto di identità digitali (1,1 miliardi di casi nel 2016).
Le previsioni della compagnia svizzera sono di un mercato globale dei danni digitali che passerà dai 4,5 ai 10 miliardi di dollari entro il 2020, con il segmento delle coperture individuali che può arrivare a più di 3 miliardi entro il 2025. Secondo il sondaggio di Swiss Re, il 60% dei privati sarebbe interessato a sottoscrivere una copertura contro gli attacchi cyber (2 donne su 3 e 1 uomo su 2); il 63% preferirebbe aggiungere la protezione ad una polizza in essere, mentre il 37% è disposto ad acquistarne una nuova. Rispetto alle modalità di acquisto, la propensione all’uso del web fa salire all’80% coloro che sono disposti ad acquistare la polizza on line, mentre il restante 20% preferirebbe l’incontro diretto con il venditore.
Per i potenziali clienti in questo ambito pare essere rilevante la quota di servizio, con gradimento per gli alert automatici in caso di attacco, l’assistenza tecnica e quella legale disponibili h24, una formazione personale sulla sicurezza dei dati e un’analisi del livello di rischio individuale.
Tra i rischi di cui i privati sono più preoccupati, l’indagine di Swiss Re segnala l’attacco ai propri dati finanziari (81%), un uso scorretto dell’identità digitale (75%), la perdita di dati per problemi tecnici (69%) e la pubblicazione in rete informazioni personali e riservate (59%).

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