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Ivass, in prima linea sull’evoluzione normativa

Una revisione del quadro europeo di attuazione di Solvency II e un livellamento del campo di gioco sono stati invocati dal Regolatore in occasione della presentazione dell’attività annuale

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Diminuire la complessità del sistema e correggere le disparità fra le imprese dei diversi Paesi europei. Questo il punto focale dell’azione svolta dall’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, come enunciato ieri a Roma dal suo presidente, Salvatore Rossi, il quale ha sottolineato la necessità di livellare il campo di gioco.
Da quest’anno inizia la revisione di Solvency II che, nel 2020, affronterà un riesame più ampio del quadro normativo europeo includendo le norme transitorie (di cui hanno profittato soprattutto le compagnie tedesche) e l’aggiustamento della volatilità, utilizzato dalle imprese italiane che, però, hanno innalzato il proprio coefficiente di solvibilità solo di pochi punti.

UN SISTEMA CHE PENALIZZA LE NOSTRE COMPAGNIE

Proprio su questa tema l’Ivass ha soffermato la sua attenzione sostenendo che il meccanismo che regola la volatilità in Solvency II non funziona per le compagnie del nostro Paese. L’aggiustamento infatti, ha spiegato Rossi, è modulato su un portafoglio medio europeo, ma detenendo le nostre imprese più titoli nazionali della media, quando questi sono soggetti ad alta volatilità, esse non vengono compensate abbastanza.
Oltre a questo, il volatility adjustement  è pensato con un sistema di soglie che crea, secondo il Regolatore, una “non linearità irrazionale e pericolosa” il che non aiuta le compagnie del nostro Paese nel caso di aumenti dello spread, come è avvenuto lo scorso maggio con il balzo del differenziale a 320 punti, che non ha fatto scattare le soglie di aggiustamento, calcolate sul portafoglio medio europeo. Questa materia è ancora oggetto di revisione e l’Ivass intende fare la sua parte per correggere un sistema che “non compensa allo stesso modo tutte le compagnie europee”.
Sempre in tema di Solvency II, è in arrivo il nuovo regolamento Ivass sulla governance delle imprese, che sarà emanato entro l’estate e che esorta le compagnie a “rendere più efficienti ed efficaci i consigli di amministrazioni”, mediante competenze diversificate, indipendenza di giudizio, incentivi orientati alla performance di medio-lungo termine, affinché comprendano le complessità di Solvency II per poter svolgere un ruolo propulsivo negli indirizzi e nella gestione, valutando bene i rischi.

CONCILIARE LE DIFFERENZE

Alla complessità di Solvency II si aggiunge poi quella dei nuovi principii contabili internazionali che entrerebbero in vigore nel 2021. Se da un lato l’introduzione dell’International financial reporting standard for insurance contracts (Ifrs17) consente un “grande passo avanti in termini di trasparenza e comparabilità dei bilanci”, ha osservato Rossi, dall’altro pone problemi di complessità, di costi di adeguamento e di compatibilità con Solvency II. I due sistemi perseguono obiettivi diversi e richiedono un grande lavoro di conciliazione trasparente delle differenze per impedire che sia alterata la competizione fra compagnie europee e americane.

IN ARRIVO L’ARBITRO ASSICURATIVO

La seconda rivoluzione culturale, dopo Solvency II, è quella della direttiva europea sulla distribuzione assicurativa (Idd), recepita in Italia lo scorso 21 maggio e la cui applicazione è prevista per il prossimo 1° ottobre. Si tratta, ha detto Rossi, di “un altro scossone che richiede un cambio radicale di forma mentis” laddove pone in primo piano gli interessi degli assicurati delineando gli strumenti (come la Product oversight governance, Pog) che garantiscono un’adesione profonda degli operatori al principio di adeguatezza e di correttezza nelle condotte di mercato. In particolare, con il recepimento della Idd (l’Ivass ha già avviato la pubblica consultazione sui suoi regolamenti attuativi) è stato introdotto un sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie e, nel giro di un anno, sarà istituito presso l’Istituto di vigilanza l’arbitro assicurativo garantendo ad assicurati, compagnie e intermediari un’alternativa rapida ed economica al ricorso a un giudice, con l’effetto di deflazionare il contenzioso.

LA SFIDA TECNOLOGICA

Altro tema all’attenzione dell’Ivass è quello dell’evoluzione tecnologica. “La tecnologia bisogna affrontarla”, ha sottolineato Rossi, e il compito dei regolatori è duplice: proteggere gli assicurati senza mettere ostacoli all’avanzare della modernità. Il ricorso alla tecnologia aumenta la trasparenza, ma crea anche confusione perché moltiplica le informazioni disponibili, e su questo la Idd prevede che le polizze siano semplici e comprensibili e lascia alle compagnie il tempo (fino al 2019) di fare nuovi contratti, secondo le nuove linee guida. “Resterà il conflitto completezza e chiarezza – ha ammesso Rossi – ma si può attenuare e su questo siamo molto attivi con le compagnie”. Così come sulla segnalazione dei tanti siti internet che vendono polizze truffaldine o fanno phishing: l’Ivass ne ha scoperti oltre 100 e si è adoperata per farli oscurare, anche se poi, spesso, ricompaiono sotto altro nome: “una malapianta – ha avvertito Rossi – che può esser sradicata solo dai giudici”.

TRA DORMIENTI E DECORRELATE

Sul fronte della tutela del consumatore, il Regolatore ha raggiunto importanti risultati in merito alle polizze vita dormienti ovvero quei contratti entrati in una specie di limbo dopo la morte del sottoscrittore, oppure quelle polizze che gli assicurati non riscuotono alla scadenza e che le compagnie lasciano impropriamente pendenti. Grazie alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, l’Ivass ha potuto incrociare i codici fiscali degli assicurati con i dati sui decessi tenuti dall’Anagrafe tributaria, risvegliando quasi 190mila  polizze e dando luogo a pagamenti per oltre 3,5 miliardi di euro; su altri 900mila  contratti sono in corso accertamenti: l’obiettivo è quello di riuscire a prevenire il fenomeno, che “non giova né alle tasche dei beneficiari né alla reputazione delle compagnie”.
Grande impegno viene profuso dal Regolatore anche sulle cosiddette polizze decorrelate, vendute da intermediari finanziari a destinatari di prestiti personali, ma senza alcuna connessione con il finanziamento, e spesso senza che gli acquirenti se ne rendano conto. Su questo l’Ivass sta portando avanti un’attività di contrasto dell’abusivismo, in collaborazione con l’Agcm, l’autorità giudiziaria e la polizia postale.

BUONA TENUTA DELLE COMPAGNIE

In questo panorama complesso, tengono bene le imprese assicurative, la cui profittabilità si consolida: utili per quasi 6 miliardi di euro (3,5 miliardi dal comparto vita e 2,5 miliardi da quello danni), un Roe di circa il 9% e un coefficiente di solvibilità ben oltre il doppio del dovuto, in linea con la media europea. Si conferma, nel danni, la discesa del premio medio Rca di oltre 100 euro, nel quinquennio 2013-2017, a cui ha contribuito la diffusione delle polizze con scatola nera, passate dal 10% al 20%, con punte del 60% nel Meridione.
In sintesi, uno scenario variegato e sfidante in cui l’intenzione del Regolatore è quella di essere in primo piano nel “contribuire all’evoluzione non solo normativa, ma anche culturale, internazionale e nazionale”, ha concluso Rossi.


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