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Otto arresti per truffa, questa volta c'entra la 'ndrangheta

Finti furti di mezzi da lavoro. Finivano a Malta

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Simulavano il furto di macchine escavatrici per il movimento terra, e le spedivano in realtà a Malta. Poi denunciavano tutto e si facevano rimborsare dalle assicurazioni. Questi i reati di una banda criminale legata alla 'ndrangheta calabrese, scoperta nella notte con un'operazione congiunta di Polizia di Stato e Guardia di finanza di Viterbo. 

L'operazione, denominata Ghost track, ha portato all'arresto di otto persone, sette in carcere e una ai domiciliari. Ma in tutta Italia ne sono state denunciate altre 17. L'indagine, coordinata dal pm Paola Conti, non è comunque ancora conclusa, e al momento sono circa venti i mezzi piazzati, per una truffa che si aggira attorno ai due milioni di euro. I mezzi noleggiati, ruspe, caterpillar e trattori, del valore commerciale di circa 200 mila euro l'uno, non erano dotati di codici o numeri seriali di riconoscimento e poi li spedivano alle basi logistiche a Malta. Da Roma partiva anche un percorso alternativo con destinazione Sicilia, da dove i mezzi prendevano la stessa meta finale, cioè Malta. 

I reati contestati sono associazione per delinquere, simulazione di reato, falso in atti, utilizzo di atti falsi, truffa, appropriazione indebita. Per concludere l'operazione sono serviti due anni di indagini e oltre 120 uomini, grazie alla collaborazione delle forze dell'ordine di Siracusa, Pisa, Perugia, Roma e Novara. Gli inquirenti hanno utilizzato intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche pedinamenti e appostamenti. 

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