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Per metà degli italiani la sanità pubblica non basta più

Secondo l’ultimo sondaggio di UniSalute e Nomisma, tra i principali problemi del Ssn tempi di attesa eccessivi e ritardi nell’erogare le prestazioni

Per metà degli italiani la sanità pubblica non basta più
Il Servizio sanitario nazionale si trova oggi di fronte a difficoltà crescenti, al punto che per molte persone non è più sufficiente a garantire le prestazioni di cui avrebbero bisogno. Lo rivela l’ultima ricerca dell’Osservatorio sanità di UniSalute, che insieme a Nomisma ha sondato le opinioni di un campione di 1.200 persone su tutto il territorio nazionale. Alla domanda se il servizio sanitario pubblico sia oggi in grado di coprire tutti i propri bisogni sanitari, quasi la metà degli italiani (46%) risponde negativamente, a fronte di un 43% che mostra qualche incertezza (“più sì che no”) e di appena un 11% per cui la sanità pubblica, da sola, è ancora sufficiente. A conferma di ciò, oltre due italiani su tre (69%) dicono di essersi rivolti alla sanità privata nell’ultimo anno, a cui è pronto ad aggiungersi un altro 18% che pensa di farlo nei prossimi 12 mesi.

I problemi riscontrati nel servizio pubblico sono quelli di cui già molto si discute: su tutti, i tempi di attesa eccessivi e i ritardi nell’erogare le prestazioni, di cui si lamentano rispettivamente l’88% e il 50% di coloro che ritengono il Ssn non più sufficiente. Più bassa, al 44%, la percentuale di chi giudica inadeguata la qualità di prestazioni e servizi, a dimostrazione che la maggioranza ritenga ancora buono lo standard offerto dalla sanità pubblica, nonostante le difficoltà. Perché il servizio sanitario pubblico torni ad essere adeguato ai loro bisogni, gli italiani vorrebbero innanzitutto che si riducessero i tempi di attesa (68%) e aumentasse il personale sanitario (49%). Circa un terzo, inoltre, desidererebbe che il Ssn coprisse un maggior numero di prestazioni (32%) e che si svolgessero più campagne di prevenzione (32%). Il campione interrogato da UniSalute non sembra però molto fiducioso: per il 68%, infatti, in futuro il servizio pubblico riuscirà a rispondere ai loro bisogni solo parzialmente, e per un 21% addirittura potrebbe non farlo in alcun modo.

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