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Chi rema contro la Nzia

Anche Axa, Allianz e Scor abbandonano l'alleanza: ma dietro alle fughe delle ultime settimane potrebbero esserci pressioni politiche negli Usa, con l'accusa agli assicuratori di possibili violazioni di norme antitrust, e anche di aver fatto aumentare i premi per colpa delle iniziative a favore dell'ambiente

Chi rema contro la Nzia
La fuga degli assicuratori dalla Net-Zero Insurance Alliance (Nzia) non si arresta. Ad annunciare la propria uscita dall'alleanza sono altri big del settore del calibro di Axa, Allianz e Scor, che si accodano così agli altri assicuratori e riassicuratori che in questo ultimo mese e mezzo hanno già preso la stessa decisione: Munich Re, Zurich, Hannover Re e Swiss Re.

L’alleanza, di cui fanno ancora parte una ventina tra i più grandi assicuratori e riassicuratori del mondo (tra cui le italiane Generali e Intesa Sanpaolo Vita) si è data l’impegno a portare i propri portafogli di investimento e di sottoscrizione a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050. L’iniziativa fa parte della Glasgow Financial Alliance for Net Zero istituita dall'inviato delle Nazioni Unite per il clima, Mark Carney.

Axa ha commentato ieri il suo ritiro affermando che si sarebbe concentrata sui propri obiettivi di sostenibilità, mentre Allianz ha comunicato al mercato l’addio in una dichiarazione diffusa via email, ma ha detto di continuare ad attenersi ai propri obiettivi climatici; anche Scor ha comunicato ieri la sua decisione per bocca del suo ceo, durante l’assemblea generale annuale del riassicuratore, parlando delle sue nuove politiche di transizione climatica ed energetica.

Sul sito ufficiale dello United Nations Environment Programme (Unep), questi abbandoni vengono spiegati alla luce di alcune “recenti discussioni all’interno degli Stati Uniti”, spiegando che a lasciare l’alleanza sono stati in particolare gli assicuratori “con attività ed esposizioni significative negli Stati Uniti”. Secondo quanto afferma l’agenzia Reuters, il riferimento è alla crescente opposizione politica di alcuni esponenti del partito repubblicano secondo cui i membri della Nzia, collaborando per ridurre le emissioni di carbonio dei clienti, potrebbero "violare le leggi antitrust".

Nel dettaglio, 23 procuratori generali di Stato negli Usa hanno comunicato ai membri della Nzia che gli obiettivi e i requisiti del gruppo sembravano violare le leggi antitrust sia federali che statali, e in una lettera inviata lo scorso 15 maggio hanno concesso agli assicuratori un mese per rispondere. I procuratori hanno anche accusato gli assicuratori di un'azione collaborativa “per promuovere un'agenda climatica attivista” che starebbe avendo “gravi effetti dannosi” sui residenti dei loro Stati. “La spinta per costringere le compagnie assicurative e i loro clienti a ridurre rapidamente le proprie emissioni ha portato non solo a un aumento dei costi assicurativi, ma anche a prezzi elevati del gas e costi più elevati per prodotti e servizi su tutta la catena, con conseguente inflazione da record e difficoltà finanziarie per i residenti dei nostri stati”, hanno affermato.

Secondo la Reuters, i legislatori federali e statali Usa, i governatori e i procuratori generali repubblicani hanno respinto i crescenti sforzi da parte di investitori e dirigenti per includere fattori Esg nel loro processo decisionale aziendale.

Le parole del ceo dei Lloyd’s

Secondo quanto riferisce la Reuters, che cita fonti vicine all’alleanza, i membri della Nzia ieri hanno tenuto colloqui per discutere le opzioni della Net-Zero Insurance Alliance, tra cui se “continuare o liquidarla”.

Secondo il ceo dei Lloyd's, John Neal, intervistato nei giorni scorsi dalla Reuters, le recenti uscite dalla Nzia dovrebbero portare a un ripensamento su cosa significhi essere un membro del gruppo. “Ci sono cinque obiettivi – ha detto – e hai 12 mesi per raggiungerne uno e 36 mesi per raggiungerne tre. La Nzia ha bisogno di dare un'altra occhiata a quali sono i loro obiettivi o l’alleanza andrà in pezzi”.

Altre uscite dall'Alleanza

Nei giorni successivi a questa intervista, tuttavia, proprio i Lloyd's hanno abbandonato l'alleanza. Hanno poi seguito a ruota questa decisione anche la giapponese Tokio Marine e Samsung Insurance.

Il comunicato ufficiale della Unep

Nel comunicato ufficiale della Unep citato in precedenza, si spiega che “alla luce delle recenti discussioni all'interno degli Stati Uniti, alcuni membri della Net-Zero Insurance Alliance (Nzia) convocata dalle Nazioni Unite, in particolare quelli con attività ed esposizione significative negli Stati Uniti, hanno preso la decisione individuale e unilaterale di rimanere o ritirarsi dal la Nzia. In quanto iniziativa volontaria convocata dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep), ogni azienda ha la libertà di aderire o ritirarsi dalla Nzia in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo”.

Indipendentemente dalla situazione, prosegue la nota, “l’Unep ribadisce la sua convinzione sin da quando ha avviato, convocato e lanciato la Nzia - che per affrontare con successo l'emergenza climatica, c'è un bisogno fondamentale e urgente di collaborazione, non solo di azione individuale”.

Il comunicato spiega che la Nzia “ha fornito un quadro che consente agli assicuratori e ai riassicuratori e ad altri partecipanti al mercato assicurativo in tutto il mondo di avviare o promuovere individualmente i rispettivi percorsi assicurativi net-zero e intraprendere un'azione climatica individuale urgente e ambiziosa. Questo è il motivo per cui l’Unep continuerà a rafforzare e approfondire il suo lavoro di collaborazione con il settore assicurativo e le principali parti interessate per promuovere il pensiero e le pratiche assicurative net-zero a livello globale”.

Il recente rapporto di sintesi dell’Ipcc, ricorda il comunicato, “ha ribadito che l'emergenza climatica è una crisi globale senza precedenti che richiede un'azione urgente e ambiziosa da parte di tutti gli attori della società al fine di proteggere vite, mezzi di sussistenza e beni; e per proteggere comunità, città e paesi. Il riscaldamento globale ha provocato eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi che hanno causato impatti sempre più pericolosi in ogni regione del mondo e ogni incremento del riscaldamento si traduce in pericoli in rapida escalation”.

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