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Targhe finte e incidenti con vittime-attori: gli ennesimi casi di truffa

Da Bitonto e da Roma i casi più recenti dei tentativi di raggiro ai danni delle compagnie. Nella capitale le “comparse” sui luoghi degli incidenti venivano remunerati in base a un tariffario

Targhe finte e incidenti con vittime-attori: gli ennesimi casi di truffa
Per due anni avrebbero simulato furti e incendi di auto per ottenere risarcimenti da diverse imprese di assicurazione. Con le accuse di truffa e riciclaggio la Guardia di Finanza di Bitonto (Bari), al termine di un’indagine eseguita su delega dalla Procura della Repubblica di Bari, ha arrestato tre persone (ora ai domiciliari) su cui grava l’accusa di truffa ai danni delle compagnie assicurative e riciclaggio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre soggetti arrestati tra il 2019 e il 2021 avrebbero acquistato, anche tramite società a loro riconducibili, autovetture incidentate e non più marcianti, dalle quali prelevavano le targhe per apporle su altre automobili, simili e funzionanti, riportando così le auto alla loro quotazione di mercato. La fase successiva prevedeva l’attivazione di polizze assicurative e la presentazione di false denunce di furto o incendio per richiedere risarcimenti indebiti.

“Attori” per simulare gli incidenti

Il caso emerso a Bitonto non è che una goccia nell’oceano delle frodi ai danni delle compagnie. Solo qualche giorno fa era emerso un altro caso di truffa, questa volta a Roma, dove un’organizzazione che, anche con la complicità di medici corrotti, simulava ad arte falsi incidenti stradali per cui erano scritturati ad hoc “attori” e comparse. Dalle intercettazioni dei carabinieri della Capitale, che hanno condotto le indagini, uno degli indagati chiede se fosse stata trovata una persona per “fare quella parte, un ruolo da protagonista, lì a teatro!”; la risposta dell'altro indagato è interlocutoria: “in questo momento non ce l'ho. Ce l'ho sulla scrivania la pratica tua, se mi viene qualcosa ti chiamo”.  

L’ordinanza dispone la misura degli arresti domiciliari per quattro persone e per quattro medici di pronto soccorso la misura della sospensione dal pubblico servizio per periodi di 6 e 12 mesi. L’indagine ha consentito di raccogliere gravi indizi a carico di alcuni avvocati e medici di pronto soccorso in servizio presso alcuni dei principali ospedali romani, che sarebbero stati disposti a certificare falsamente gravi lesioni patite dalle persone coinvolte, su cui l’organizzazione poteva contare.

La consistenza dei proventi derivanti dagli incidenti stradali, generata in massima parte dai risarcimenti delle lesioni riportate dagli infortunati, ha avviato liquidazioni comprese tra i 10mila e i 20mila euro. I vari membri del sodalizio, inclusi medici e “attori”, venivano remunerati, anche in base a un “tariffario” con compensi variabili dai 300 ai 500 euro per sinistro. L’indagine ha consentito di raccogliere elementi indiziari circa la falsità di oltre 50 incidenti stradali, ai quali avrebbero preso parte, anche occasionalmente, più di 250 soggetti.

Le forze dell'ordine hanno fatto sapere che il danno economico che si stima sia stato arrecato alle compagnie assicurative, che hanno fornito piena collaborazione nell’indagine, è quantificabile, per difetto, in oltre due milioni di euro.

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