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Dodici presidenti, un fronte unico

Il documento congiunto dei gruppi agenti per chiedere a Isvap modifiche sul provvedimento 49

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Insieme al Gaat, recentemente aggregatosi, i dodici presidenti di Gruppo agenti rappresentano oltre un terzo del mercato e sono decisi a far valere questi numeri per scongiurare che lo schema di regolamento attuativo dell'art.34, così come riproposto dall'Isvap, possa trovare seguito". Nella serata di ieri, un documento congiunto è stato spedito all'Autorità di vigilanza sulla scorta di "poche, semplici, chiare linee guida" ampiamente condivise "da un'ampia parte della categoria e del management delle rispettive compagnie".

In primis gli agenti sottolineano le ripercussioni negative del provvedimento in ambito socio-economico e segnatamente la perdita di posti di lavoro in un comparto dove operano circa 200 mila risorse, ma anche "gli oneri esorbitanti per l'aumento della mano d'opera amministrativa e per la carta e il conseguente impatto negativo sull'ambiente".

Tra le proposte, l'introduzione dell'obbligo di avvisare il cliente del suo diritto di ottenere l'informativa, come avviene per le compagnie telefoniche; la standardizzazione dell'informativa (e non del preventivo personalizzato); il diritto del cliente di rinunciare al raffronto; la limitazione dell'obbligo di informativa alle nuove polizze (escludendo dunque la tacita proroga) e alla sola Rc auto (escludendo quelle che comprendono le garanzie rischi diversi); l'istituzione di un'unica fonte ufficiale dell'informativa, individuata nel Tuopreventivatore Isvap. Su quest'ultimo punto, prevedendo una mole di richieste molto superiore a quella attuale, i presidenti chiedono un'implementazione della piattaforma e un rinvio dell'entrata in vigore del regolamento di sei mesi.

In una nota, i presidenti firmatari delle suddette proposte, plaudono a quello che definiscono "il primo concreto esempio, cui non si assisteva da diverso tempo, di condotte concrete che non lasciano spazio e tempo alle parole ma guardano sostanzialmente e unicamente ai fatti". Al contempo, il rammarico è quello di non aver potuto dar vita, insieme ai presidenti di Sna e Unapass, ad un documento unico che avrebbe significato un importante "segnale di forza e compattezza". Il riferimento alla riunione del 23 luglio, che ha visto l'abbandono di alcuni componenti del gruppo dei dodici, è ancora animato dalla vis polemica che ha determinato la frattura. "I presidenti - conclude dunque la nota - vivono una realtà operativa, da cui scaturisce un modo di lavorare e di rappresentare gli interessi della categoria con un senso di responsabilità più forte dell'arroganza, della superbia, della provocazione e delle offese, o più semplicemente della paura del coraggio di cambiare".

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