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Ania, il protocollo Sna-Aiba non ha alcuna efficacia

In una lettera inviata alle due rappresentanze, le compagnie respingono l'accordo tra agenti e broker

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L'Ania ha inviato una lettera allo Sna e all'Aiba, respingendo e non attribuendo "alcuna efficacia" alle parti del protocollo di collaborazione firmato dalle due associazioni che prevedono il coinvolgimento delle imprese di assicurazione.

La comunicazione è stata inoltrata con data 10 ottobre, firmata dal nuovo direttore generale Dario Focarelli, con la richiesta in calce di inoltrarla agli associati delle rispettive categorie, cioè agenti e broker: "Alla luce delle considerazioni che precedono - si legge nella lettera dell'Ania - vi chiediamo di comunicare le nostre conclusioni ai vostri rispettivi associati".

Alle polemiche, i rumors, le prese di posizione intorno a questo accordo, presentato dai vertici di Sna e Aiba come un importante passo verso una collaborazione più libera, anche rispetto alle mandanti, per quanto riguarda gli agenti, si aggiunge quindi la posizione ufficiale delle compagnie.

Con questa lettera l'Ania respinge alcuni punti dell'accordo che la vede coinvolta come controparte implicita, e che, appunto implicitamente, prendeva atto acconsentendo a eventuali modifiche o integrazioni anche dell'accordo Ana 2003. Ma non è così, perché nella lettera esplicitamente è definita "presunta" questa presa d'atto dell'Ania.

"Il protocollo - scrive l'Ania - reca alcune previsioni la cui operatività sembra trovare applicazione anche nei confronti delle imprese di assicurazione". La rappresentanza delle compagnie spiega che, "visti gli elementari principi giuridici in tema di esclusione di effetti nei confronti di soggetti terzi rispetto ad accordi intervenuti tra altre parti", le previsioni contenute nel protocollo "non possono avere alcuna efficacia".

Ma quali sono questi punti? L'Ania individua proprio quelli cardine dell'accordo Sna-Aiba, in cui le compagnie sono più coinvolte. La questione dei tempi di rimessa dei premi e le regolazioni sugli effetti della cessazione del mandato agenziale "non risultato - si legge - in alcun modo applicabili nei confronti delle imprese".

Poi c'è la questione delle ripercussioni del protocollo sull'Ana 2003, a cui le compagnie non attribuiscono "nessuna efficacia", anche perché l'accordo impresa/agenti "è definitivamente cessato il 31 dicembre 2006". Per questo, in conclusione, l'Ania si chiama fuori ancor prima di essere davvero coinvolta: "non abbiamo mai preso atto che il protocollo in oggetto è conforme al predetto Accordo (Ana 2003, ndr) non più in vigore".

Roberto Arena, presidente del gruppo agenti Vittoria, e componente del Comitato costituente nuova associazione, tra i più critici oppositori del protocollo Sna-Aiba, ha commentato come la presa di posizione dell'Ania confermi le tesi dei più perplessi: "E' la dimostrazione - dice - che le compagnie non terranno minimamente in conto il protocollo e che questo presenta grossi problemi di ordine pratico. Sottoscrivere questi accordi senza chiamare in causa una delle parti, in questo caso l'Ania, non ha senso. Non si può continuare a considerare valido questo protocollo, ignorando la lettera dell'Ania".

Nei prossimi giorni sentiremo la posizione di Sna e Aiba per capire a questo punto le posizioni di tutti rispetto a questi sviluppi.

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