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Covid-19, il cigno nero che si materializza

Il nuovo libro di Vincenzo Cirasola parla di come cambierà il lavoro dell’assicuratore

Covid-19, il cigno nero che si materializza
Il termine cigno nero è tratto dalla frase del poeta latino Giovenale a indicare un fatto impossibile o perlomeno improbabile. Si basa sulla presunzione che “tutti i cigni sono bianchi” (asserzione che ha avuto un senso fino alla scoperta del cigno nero australiano da parte degli esploratori europei). Il termine è poi diventato di uso comune grazie alla pubblicazione nel 2007 del saggio The black swan, scritto dal matematico ed ex trader Nassim Nicholas Taleb, il cui libro tratta del forte impatto di alcuni avvenimenti rari e imprevedibili e della tendenza umana a trovare retrospettivamente spiegazioni di questi eventi.
Ovviamente l’arrivo del cigno nero arrivato nel 2020 e rappresentato dal Covid-19 ha avuto un impatto significativo anche per il mondo dell’assicurazione. Ed è proprio in questo ambito che un nuovo libro, scritto nel corso del lockdown, prova a descrivere l’impatto e le conseguenze per il settore. L’autore è Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa Rete Impresagenzia e del gruppo agenti Generali Italia, che lo ha scritto in collaborazione con i figli Gabriele e Giacomo.  Sotto forma di racconto, in un dialogo e confronto tra il padre, assicuratore di lunga data, e i due figli che hanno intrapreso da poco la stessa attività, il libro porta avanti una riflessione su come l’attività sta cambiando e cambierà anche a seguito dell’epidemia di coronavirus. Il libro, che si intitola Covid-19: il cigno nero – Come cambierà il lavoro dell’assicuratore. Analisi e suggerimenti per avere successo nell’era post coronavirus spiega anche come l’innovazione, unita alla tradizione, possa essere la chiave vincente per affrontare il futuro.
Il libro sarà presentato ufficialmente nel corso di un webcast del 23 giugno che vedrà la partecipazione dell’autore Vincenzo Cirasola, e a seguire un dibattito con illustri relatori, tra cui: Stefano De Polis, segretario generale dell'Ivass; Umberto Guidoni, direttore responsabile della direzione business di Ania; Marco Oddone, chief distribution e marketing officer di Generali Italia e Federico Rajola, professore ordinario di organizzazione aziendale e di project management presso la facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del CeTif, che si confronteranno sui temi affrontati nel libro, ossia i cambiamenti del mondo assicurativo alla luce dell’impatto del coronavirus e le implicazioni sul ruolo dell’assicuratore e sul modello di agenzia territoriale.
Il libro, considerato dagli autori una sorta di vademecum del giorno dopo, si sviluppa attorno a tre temi-chiave: una breve storia delle pandemie nel mondo e i relativi impatti sugli ambiti lavorativi; una breve storia della digitalizzazione del mercato assicurativo e le sue implicazioni e, infine, una riflessione sulla figura dell’agente con uno sguardo tra passato e futuro, considerando anche il tema del passaggio generazionale e lo spirito positivo per affrontare l’incognita e l’incertezza del domani.
Secondo Cirasola, il libro “ha l’ambizione di indicare degli spunti di riflessione sul futuro della professione nel post-coronavirus, che ha cambiato e sta modificando l’economia, la finanza, il lavoro. In particolare ci siamo concentrati sul ruolo dell’intermediario professionista di assicurazione, partendo dalla nostra esperienza di una famiglia di assicuratori con i miei oltre 45 anni di attività, e la giovane esperienza dei miei figli Gabriele e Giacomo, nativi digitali, giovani neo assicuratori. Siamo consapevoli - prosegue Cirasola - che rispondere alla domanda come cambierà il lavoro di noi intermediari di assicurazione con il Coronavirus? non è facile e non è possibile fornire una risposta universale. Quello che possiamo raccontare è come sta cambiando il nostro rapporto con il lavoro e come sta cambiando il ruolo che il lavoro ha nella nostra vita. Non sappiamo come potrà essere il lavoro in generale dopo il coronavirus, ma è molto probabile che sarà diverso. Diverso per ciascuno e non parliamo per forza delle forme, che potranno essere molto simili, ma della sostanza. E forse che proprio queste nuove consapevolezze potranno generare un nuovo modo di lavorare per tutti” conclude Cirasola.


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