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Premi del lavoro diretto, chi sale e chi scende nel 2013

L'Ania ha diffuso ieri i dati relativi ai gruppi assicurativi che operano in Italia: in cima alla classifica dei gruppi si posiziona Generali, seguita da Unipol e IntesaSanpaolo, mentre tra le singole imprese, svetta Poste Vita. Nella distribuzione, mantengono la propria posizione, nei rami danni, gli agenti, mentre nel vita cresce ulteriormente il peso degli sportelli bancari

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L'Ania ha pubblicato, nella giornata di ieri, il documento relativo ai Premi del lavoro diretto italiano edizione 2014 (riferito ai premi contabilizzati nel corso del 2013). Secondo la distinzione per gruppo di imprese, basata sul principio del controllo esercitato da un unico soggetto, a guidare la classifica generale (danni e vita) dei gruppi assicurativi operanti in Italia è, ancora una volta, il gruppo Generali. Forte dei suoi 20.444 milioni di premi emessi, cresciuti del 2,2% rispetto all'anno precedente, la raccolta del Leone rappresenta da sola il 16,23% del totale. Per quanto riguarda, invece, i soli rami danni, è il gruppo assicurativo Unipol a guidare la classifica, grazie ai 9.757 milioni di euro di premi contabilizzati nel 2013: anche se in calo del 7,7% rispetto all'anno precedente, rappresenta il 25,63% dei premi totali emessi in questi rami; a livello generale (danni + vita), il gruppo bolognese si colloca al terzo posto (15.693 milioni di euro, il 12,4% del mercato), in diminuzione dell'1,6%. Per quanto riguarda i rami vita, in vetta alla classifica troviamo il gruppo Intesa Sanpaolo, con 17.142 miliardi di euro, in crescita del 72,1%, i cui premi rappresentano il 19,5% del totale; a livello generale il gruppo è al secondo posto assoluto tra tutte le imprese che operano in Italia, con una quota di premi (17.374 milioni) pari al 13,7% del mercato (+70,6%).

Poste Vita prima tra le imprese singole


Nella classifica generale per gruppi, alle spalle di Generali, Intesa Sanpaolo e Unipol si colloca il gruppo Poste Vita, che con i suoi 13.243 milioni di premi è cresciuta del 25,3% rispetto all'anno precedente, posizionandosi al 10,5% del totale del mercato. Al quinto posto troviamo il gruppo Allianz Italia con 10.319 milioni di premi, in crescita dell'8,6% (8,19% del totale). Il gruppo Mediolanum, sesto in classifica, con i suoi 4.706 miliardi è in diminuzione del 41% (3,7% del mercato), mentre il gruppo Bnp Paribas, 4.488 milioni, è in crescita del 46%. Ottavo e nono posto per Cattolica e per Zurich: il gruppo veronese ha raccolto 4.238 milioni, crescendo del 20,6%, mentre quello svizzero ha raccolto 3.384 milioni (+7,7%); chiude la classifica relativa ai primi dieci gruppi Axa, che nel 2013 ha raccolto 3.298 milioni, in aumento del 6,3%.
Se invece si osserva la classifica dal punto di vista dell'elaborazione per singola impresa, in cima alla classifica si posiziona Poste Vita, seguita da Generali Italia, UnipolSai, Intesa SanPaolo e Allianz. A chiudere la lista delle prime dieci singole compagnie, Fideuram Vita, Mediolanum Vita, Bnp Paribas Cardif Vita, Alleanza Assicurazioni e Creditras Vita.

La distribuzione nei rami danni e vita

Per quanto riguarda i canali di distribuzione, nei rami danni la classifica è guidata in maniera solida dagli agenti, che hanno intermediato 27.132 milioni di premi, pari all'80,5% del mercato; ai broker, che hanno intermediato premi per 2.649 euro, va una quota del 7,9%, che è esattamente la stessa della vendita diretta (2.664 milioni di premi). Gli sportelli bancari hanno totalizzato 1.202 milioni (3,6% del mercato), mentre i promotori finanziari 52 milioni. Decisamente diversa la situazione relativa ai rami vita, dove gli agenti hanno il 14,4% del mercato (era il 16,3% nel 2012), con 12.275 milioni di euro di premi; i broker totalizzano 797 milioni (0,9% del totale), la vendita diretta 7.552 milioni (8,9% del totale), mentre la parte del leone, in questo ambito, continuano a farla i promotori finanziari (14 mila milioni, il 16,5% del totale) e, soprattutto, gli sportelli bancari, che con 50.475 milioni rappresentano il 59,3% del totale dei premi intermediati, in decisa crescita rispetto al 2012, quando questa percentuale era del 48,5%.

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