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Cattolica, c’è l’accordo sul nuovo statuto

Assemblea dei soci il 26-27 giugno, accolte alcune proposte con i soci dissidenti. Il cda propone un aumento di capitale fino a 500 milioni di euro. Utile trimestrale in calo (-45,9%)

Cattolica, c’è l’accordo sul nuovo statuto
Sono molte le novità uscite dal cda di Cattolica di venerdì scorso, che ha approvato i conti trimestrali, ha dato il via libera definitivo alle modifiche statutarie (trovato l’accordo coi soci dissidenti) che saranno sottoposte al vaglio dell’assemblea straordinaria, fissata per il 26-27 giugno 2020, e ha avanzato la proposta di un aumento di capitale per un importo massimo di 500 milioni di euro.

Cala l’utile, sale la raccolta

Per quanto riguarda la trimestrale, come prevedibile si fa sentire l’impatto del Covid-19, con un utile netto di gruppo che rispetto allo stesso periodo di un anno fa risulta in calo del 45,9% (14 milioni di euro) “per effetto di svalutazioni”, precisa una nota. Per contro, aumenta la raccolta complessiva (+2,8%) che sale a 1,5 miliardi, grazie soprattutto al vita (+4,9%), mentre è in leggera flessione il comparto danni (-1,9%), dove però migliora il combined ratio (92,6%, -1,1 punti percentuali). Cresce il risultato operativo (+20,5%) che si porta a 72 milioni.

Aumento di capitale

Sul fronte della destinazione dell’utile, il consiglio di amministrazione ha deciso di attenersi alle raccomandazioni degli organi di vigilanza nel contesto generato dalla pandemia, proponendo alla prossima assemblea dei soci nessuna distribuzione di dividendo, con assegnazione del risultato 2019 a riserve. Oltre alle modifiche statutarie, ci sono almeno due altre importanti novità che verranno poste all’attenzione dell’assemblea dei soci. Una è la proposta di revoca “per giusta causa” dell'ex amministratore delegato Alberto Minali dalla carica di consigliere. L’altra riguarda la proposta di un aumento di capitale per un importo complessivo fino a 500 milioni, “comprensivo di eventuale sovrapprezzo, mediante emissione di azioni ordinarie prive di valore nominale e aventi le stesse caratteristiche di quelle in circolazione, da offrire in opzione agli aventi diritto”. Il gruppo veronese, dunque, pensa a rafforzarsi per affrontare gli scenari futuri derivanti dall’emergenza coronavirus.

Pace fatta sulla battaglia della governance

Sul fronte della governance, si registra l’accordo con i soci dissidenti: il cda, spiega la nota “ha ritenuto di prendere atto e recepire alcune indicazioni provenienti dai soci Francesco Brioschi, Massimiliano Cagliero, Giuseppe Lovati Cottini, Credit Network & Finance S.p.A. e SH64 S.r.l”, accogliendo alcune loro richieste; come contropartita i soci sopra menzionati hanno rinunciato alla richiesta di assemblea straordinaria.
Le modifiche, approvate “con il solo voto contrario di Alberto Minali”, riguardano la composizione e il funzionamento del board, e in particolare la riduzione del numero degli amministratori da 17 a 15; l’aumento da uno a due degli amministratori della lista di minoranza; la possibilità che l’ad possa non avere la qualità di socio; l’introduzione di criteri (di genere, di esperienza e professionalità nonché anagrafici) “per assicurare una più articolata e trasparente diversity nella composizione del consiglio”; la specificazione del requisito di indipendenza, individuando talune situazioni che potrebbero incidere ai fini della valutazione della sussistenza del requisito, in particolare una anzianità di carica temporalmente significativa; l’introduzione di un limite temporale di tre mandati continuativi per l’eleggibilità alle cariche speciali di presidente e vice presidente; una più precisa configurazione delle funzioni in capo all’ad e dei flussi informativi endoconsiliari; una parziale revisione della disciplina e del funzionamento dei comitati endoconsiliari coerente con le prassi migliori e con l’esperienza di Cattolica; la previsione che spetta all’assemblea dei soci la determinazione di un tetto complessivo di compensi per gli amministratori, fatto salvo quello dell’amministratore delegato.

Il cantiere di riforme

Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Cattolica, Paolo Bedoni. “Con grande soddisfazione – ha spiegato – il consiglio di cattolica propone ai soci un nuovo passo in avanti nel processo di riforma dello statuto della società, per adeguarlo alle novità del Codice di autodisciplina e alle migliori esperienze del mercato e della governance”. Bedoni ha ricordato che si tratta di “un processo di costante riforma del nostro Statuto avviato da anni e che, nel 2018, ha avuto significativi aggiornamenti, con l’adozione del sistema di amministrazione e controllo monistico. Esprimo anche a nome del cda il compiacimento per la decisione di alcuni soci che, contribuendo all’affinamento della proposta, hanno ritirato la richiesta di assemblea straordinaria”. Il consiglio di amministrazione di Cattolica aveva avviato un nuovo cantiere di riforme già nell’autunno dello scorso anno, in attesa delle modifiche del codice di autodisciplina poi intervenute solo a gennaio scorso. La proposta di modifiche allo statuto, approvata dal cda il 20 marzo scorso, è stata quindi man mano perfezionata. Solo alla fine di questo percorso il cda ha valutato il confronto con le proposte di alcuni soci, raccogliendone alcune istanze.

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