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Cattolica, no del cda alla riforma dello statuto

Intanto i soci dissidenti presentano un proprio decalogo di “regole di buon governo”

Cattolica, no del cda alla riforma dello statuto
Il 13 febbraio il cda di Cattolica Assicurazioni, ha bocciato la proposta di modifica dello statuto sociale, proposta da un gruppo di soci che possiede il 2,5% del capitale, guidati dall’avvocato Giuseppe Lovati Cottini e dall’imprenditore Luigi Frascino. “Seguendo un’esigenza di piena trasparenza e chiarezza e nell’interesse di tutti i soci interessati e del mercato – ha spiegato una nota diffusa dalla società -, in relazione alla proposta di modifica dello statuto sociale in varie parti, presentata da cinque soci e all’ordine del giorno dell’assemblea straordinaria già convocata per il 6 e 7 marzo 2020, ha deliberato, all’unanimità dei presenti, assente il dott. Minali, di esprimere un giudizio negativo sulla stessa, perché non nell’interesse della società e, quindi, un’indicazione di voto contrario, essendo peraltro la proposta inscindibile e, pertanto, oggetto di votazione unitaria”.

Il decalogo del buon governo dei soci dissidenti
In un altro comunicato, Cattolica ha poi reso noto che “alcuni dei soci richiedenti l’assemblea straordinaria del 6/7 marzo 2020 hanno fatto pervenire un parere legale concernente la proposta di modifica statutaria all’ordine del giorno dell’assemblea da loro richiesta”. I soci dissidenti, per altro, hanno messo nero su bianco un proprio decalogo del buon governo, consultabile nei dettagli su un sito web dedicato (www.regoledibuongoverno.it). Il manifesto prevede la centralità di Verona come sede della compagnia; limiti di età e mandati con decadenza dal cda per chi ha 75 anni o per chi è stato amministratore per più di nove anni nei precedenti 15; un solo presidente di garanzia senza alcun ruolo esecutivo; più poteri all’assemblea in materia di nomina del presidente e del vice; un solo vice presidente; trasparenza sugli emolumenti di tutti gli incarichi; comitati con tre componenti per ridurre i costi; rafforzamento della presenza delle minoranze nel board con due rappresentanti; almeno sei membri in cda per garantire la parità di genere; trasparenza, onorabilità, professionalità e indipendenza dei consiglieri.
In vista dell’assemblea di marzo, i promotori del cambio di statuto hanno organizzato una presentazione pubblica del proprio programma in un convegno dal titolo La cooperazione dei valori. Le regole del buon governo, in programma mercoledì 19 febbraio alle ore 19 a Verona, presso il Palazzo della Gran Guardia in Piazza Bra.

Bedoni: difendere la forma cooperativa
Intanto ha parlato il presidente Paolo Bedoni in un'intervista pubblicata domenica 16 febbraio dal quotidiano Avvenire. Bedoni ha spiegato che "rimanere coop ci permette di non essere scalati, di mantenere il rapporto con il territorio, di redistribuire la ricchezza che siamo capaci di creare, favorendo coesione e stabilità. Capisco che a qualcuno non piaccia che siamo un modello esclusivo, solidi e sani, ma questi non sono problemi nostri". Il presidente di Cattolica ha sottolineato come sia stato "proprio dal confronto con i soci che abbiamo avuto, ancora una volta, la conferma che conoscono benissimo il valore del modello cooperativo".   In merito al fatto che un gruppo di soci dissidenti abbia chiesto dei cambiamenti allo statuto su diversi aspetti, Bedoni ha risposto che "quello che mi interessa di più è il bene di Cattolica. C'era bisogno di trasparenza e tempestività e come cda abbiamo ritenuto che la cosa migliore fosse portare le questioni davanti ai soci. Abbiamo incaricato vari studi legali, tutti autorevoli - prosegue - di analizzare la legittimita' delle richieste, sempre per fare chiarezza. Come consiglio abbiamo deliberato all'unanimità dei presenti, di esprimere un giudizio negativo sulla proposta di modifiche statutarie e quindi un'indicazione di voto contrario".  Infine, sui rapporti con l'azionista americano della compagnia, Berkshire Hathaway di Warren Buffett, Bedoni ha puntualizzato: "i loro obiettivi non sono diversi dai nostri. Vogliamo tutti che la compagnia abbia una crescita sana, faccia utili, distribuisca dividendi”.


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