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Revisione Solvency II: la nuova frontiera in un mercato dinamico

Il settore delle assicurazioni si è dimostrato particolarmente resiliente in un contesto senza precedenti come la pandemia da Covid-19. Ciò nonostante, i risultati di solvibilità sono apparsi notevolmente volatili e a questo occorre aggiungere le ulteriori criticità che potrebbero emergere in vista della revisione della formula standard, la cui applicazione è prevista per l’inizio del 2022

Revisione Solvency II: la nuova frontiera in un mercato dinamico hp_vert_img
Nel giugno del 2008 il Cfo-Forum introdusse per la prima volta i concetti di neutralità al rischio e di market consistency all’interno delle valutazioni delle compagnie assicurative. Lo scenario economico e finanziario era profondamente diverso: i tassi privi di rischio si aggiravano intorno al 4% mentre lo spread Btp-Bund attorno a 50bps. Tali concetti sono stati poi trasferiti ai giorni d’oggi attraverso la creazione del regime regolamentare Solvency II

DIFFERENZE CON SOLVENCY I
La rivoluzione introdotta con il regime Solvency II è stata epocale, spostando l’obiettivo dalla copertura del rischio sistemico alla tutela degli interessi degli assicurati: le imprese hanno adeguato il capitale e il modello di governance rispondendo alle richieste normative e le compagnie di tutta Europa hanno introdotto l’utilizzo di modelli armonizzati per le valutazioni di attività e passività. 
Sebbene il contesto di mercato abbia subito una radicale trasformazione rispetto a quando il regime Solvency è stato introdotto, l’approccio di Eiopa alla revisione è stato quello di evolvere l’attuale modello valutativo piuttosto che di stravolgerlo.
Nel 2019, durante il mese di ottobre, Eiopa ha avviato la consultazione pubblica relativa alla revisione della normativa Solvency II. Tale consultazione ha avuto esito nel documento pubblicato da Eiopa il 17 dicembre 2020, contenente il parere tecnico del regolatore riguardante 19 macro aree di intervento che spaziano dalla revisione dei metodi quantitativi per il calcolo della posizione di solvibilità dell’impresa nei confronti del mercato, agli obblighi di informativa verso il regolatore e al miglioramento del rapporto di cooperazione tra le autorità di vigilanza dei singoli Stati membri, con riguardo alle imprese transfrontaliere. 
L’iter di revisione della normativa ha assunto ancor più significato alla luce dell’attuale crisi pandemica, caratterizzata da una recessione economica in cui si è riscontrato un ulteriore abbassamento dei tassi di rendimento osservabili sul mercato delle obbligazioni.

TRATTAMENTO DEI FONDI PROPRI
La natura degli assicuratori è di investitori di lungo periodo e, proprio per questo motivo, Eiopa ritiene che la curva di sconto utilizzata attualmente su scadenze successive al last liquid point (posto convenzionalmente a 20 anni) sia troppo generosa e non rifletta gli attuali tassi osservabili sul mercato, implicando una sottostima delle riserve tecniche.
Per ovviare tale problema, Eiopa si propone di applicare dei correttivi all’attuale metodologia (diverse opzioni sono al vaglio) cercando, comunque, di mitigarne l’impatto sul bilancio delle compagnie europee attraverso un periodo di transizione: una prima stima ha appurato che, nell’ipotesi di revisione intermedia, compariranno nei bilanci circa tre miliardi di euro di riserve che dovranno essere coperti. 
Per questo motivo, le compagnie potranno trovarsi nelle condizioni di dover ricollocare i portafogli attivi su titoli a più lunga durata; tale riallocazione sembra già essere stata avviata in Paesi europei come Francia e Germania anche in virtù del maggior sviluppo della previdenza integrativa (coperture per natura a lungo termine).
Nella determinazione delle riserve tecniche, le compagnie assicurative hanno, inoltre, la facoltà, previa autorizzazione della propria autorità di vigilanza, di incrementare la curva di sconto delle passività di un fattore (il volatility adjustment), atto a contenere l’effetto della volatilità degli spread dei titoli sovrani sull’indice di solvibilità. Alcune criticità di tale misura, tra cui una scarsa reattività ai movimenti di mercato, sono state messe in ulteriore evidenza in condizioni di stress come, ad esempio, quelle causate dalla pandemia da Covid-19. Tra gli obiettivi della revisione della normativa Solvency II vi è, quindi, anche quello di ricalibrare il volatility adjustment al fine di renderlo maggiormente dinamico ai movimenti dello spread (tarandolo su parametri specifici di impresa sia lato attivi che lato passivi).
I primi risultati presentati dalle compagnie italiane a seguito dell’esercizio di stress test hanno, però, evidenziato un incremento del volatility adjustment non sufficientemente elevato.
Per le compagnie che utilizzano il modello interno, è già prevista la possibilità di calcolare il volatility adjustment considerando gli spread creditizi derivanti dalla previsione a un anno dei fondi propri di base (dynamic Va). Eiopa si propone di inserire, per tali compagnie, alcuni principi di prudenza con l’obiettivo di eliminare distorsioni causate da spread creditizi specifici del portafoglio delle imprese, evitando che risultino inferiori a quelli del portafoglio di riferimento europeo.
Al fine di contrastare, almeno in parte, l’incremento delle riserve tecniche causato dalla revisione della curva di sconto, Eiopa ha proposto l’introduzione di un fattore temporale correttivo nel calcolo del risk margin (che, assieme alle riserve realistiche best, costituisce gli impegni dell’assicuratore). Poiché tale fattore diminuisce all’aumentare del tempo, le passività a lungo termine andrebbero a trarne beneficio mentre quelle a breve risulterebbero meno impattate da tale modifica, andando a confermare la natura di investitori a lungo termine delle compagnie.

TASSI NEGATIVI E REQUISITO DI CAPITALE
Per quanto riguarda la valutazione dei rischi finanziari, la standard formula è stata ideata con la convinzione che un tasso di rendimento negativo sul mercato obbligazionario fosse un evento estremamente improbabile e che, pertanto, in presenza di valori negativi sulla curva dei tassi di interesse, fosse lecito ritenere nullo il rischio di una ulteriore riduzione della curva. Nell’attuale contesto di mercato si sono, invece, osservate curve di interesse con tassi negativi anche a 15 anni di scadenza e movimentazioni prevalentemente al ribasso della curva. 
L’intento del regolatore è stato, quindi, quello di introdurre nel modello di valutazione dei rischi finanziari la possibilità che un tasso negativo possa ulteriormente decrescere (rischio tasso di interesse).
In base alle prime evidenze rilevate negli esercizi di stress test, tale modifica produrrebbe un impatto significativo e peggiorativo soprattutto sul bilancio delle imprese con un importante disallineamento in termini di durata media tra attività e passività detenute. Per questo motivo, Eiopa intende, comunque, introdurre un periodo di transizione di cinque anni, al fine di rendere graduale tale modifica e di dare il tempo alle compagnie di adottare misure correttive.
Già nel 2019, Eiopa ha previsto la possibilità di riduzione dello stress al 22% per gli investimenti in azioni aventi determinate caratteristiche: tale modifica, però, è stata recepita con difficoltà da parte di molte compagnie a causa di alcune criticità d’interpretazione. Di riflesso, sono stati riportati i nuovi criteri per l’identificazione dei portafogli azionari come long term equity, tra cui la necessità di dimostrare di avere passività illiquide con durata superiore a 10 anni per il business vita e la presenza di un adeguato buffer di liquidità per il ramo danni.
La formula per il calcolo del requisito di capitale prevede benefici di diversificazione grazie all’applicazione di matrici di correlazione tra rischi. La revisione non prevede sostanziali modifiche a tali fattori ad eccezione della riduzione del parametro di correlazione tra il rischio spread e quello di riduzione dei tassi di interesse che risulterà pari al 25%.

I QUESITI APERTI
 L’indicatore di solvibilità è costituito dal rapporto tra fondi propri e requisito di capitale: alcune compagnie fanno notare come Eiopa si concentri molto spesso sull’assorbimento di capitale e non sulla volatilità dei fondi propri che sembra, invece, rappresentare il vero driver di oscillazione dell’indicatore. 
In realtà, la normativa Solvency II prevede già un meccanismo per contrastare in maniera molto efficace la volatilità dei fondi propri dovuto agli spread creditizi: si tratta del cosiddetto aggiustamento di congruità (matching adjustment). Tuttavia, i requisiti per la sua applicabilità risultano essere troppo stringenti per il mercato assicurativo italiano (vedi, ad esempio, l’eliminazione del rischio di estinzione anticipata o il perfetto allineamento tra attività e passività). Tale soluzione potrebbe permettere di ridurre, almeno sulla parte di portafoglio backbook e chiuso a nuova produzione, la perdita dovuta a garanzie molto elevate sottoscritte in un periodo economico in cui la normativa Solvency non era stata ancora concepita. In tal modo si potrebbe liberare capitale rendendolo disponibile per effettuare investimenti alternativi: molte compagnie si domandano come mai ancora non siano stati menzionati da Eiopa gli investimenti Esg, acronimo utilizzato per identificare gli investimenti responsabili che perseguono obiettivi tipici della gestione finanziaria ponendo l’attenzione anche su aspetti di natura ambientale, sociale e di governance. 
Nel contesto odierno, in cui il tema della sostenibilità assume centralità, appare controverso eguagliare, in termini di accantonamento del requisito di capitale, un investimento in una centrale di carbone e quello in una centrale idroelettrica o fotovoltaica.
Sebbene definire a fondo la tassonomia di un investimento Esg possa risultare complesso, le compagnie vorrebbero ricevere una specifica informativa in merito, facendo sì che la revisione della normativa Solvency II possa risultare uno strumento utile anche per favorire lo sviluppo di una economia sempre più sostenibile.

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