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Solvency II, un'opportunità di miglioramento

In un workshop all'Università Cattolica di Milano è stato analizzato lo stato di adeguamento alla normativa, alla presenza di Eiopa, Ivass e compagnie

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Un progetto ben strutturato, innovativo e in linea con le più moderne best practice di risk management. Cosi viene percepita la direttiva Solvency II secondo quanto emerso nel workshop Solvency II: gli effetti strategici nell'Industria assicurativa, che si è tenuto presso l'Università Cattolica di Milano, per fare il punto sullo stato di adeguamento alla normativa alla presenza delle autorità di vigilanza europea (Eiopa) e italiana (Ivass) e dei principali operatori del settore che hanno mostrato di percepire Solvency II come un'opportunità di miglioramento e non solo come un adempimento normativo.

Il primo, il secondo e il terzo Pillar, infatti, permettono di vigilare sul mercato assicurativo in un'ottica microprudenziale anche se - ha affermato Alberto Floreani, professore associato presso la Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell'Università Cattolica - c'è qualche dubbio sulla capacità di Solvency II di funzionare anche in un'ottica macroprudenziale perché, in periodi di crisi sistemiche molto rilevanti, il modello potrebbe fallire".

Per ovviare a ciò, le autorità di vigilanza stanno studiando meccanismi di aggiustamento come il countercyclical premium e modifiche per la volatilità. Nel frattempo, la linea strategica è quella di una graduale introduzione di alcuni aspetti di Solvency II che riguardano il secondo e il terzo Pillar nelle normative nazionali.

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