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Déjà vu: nel mondo salgono le incertezze

Coface rileva nel 2° trimestre 2018 diversi segnali di rischio, sia a livello Paese sia a livello settoriale. Italia declassata

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La fotografia scattata da Coface nel secondo trimestre 2018 registra un moltiplicarsi delle aree di rischio. L’assicuratore dei crediti francese vede un’analogia tra la situazione attuale e quella che si era presentata nel biennio 2012-2013, con spread alti e un elevato prezzo del petrolio. Coface ha effettuato molti declassamenti nel trimestre. L’aumento del costo del barile, se da un lato favorisce il settore energetico in numerosi Paesi, dall’altro indebolisce diverse economie, prime tra tutte quelle di Argentina, Turchia, Sri Lanka e India. Tutti Paesi importatori di carburanti che devono far fronte al peggioramento della bilancia commerciale e a una minore propensione degli investitori internazionali alla loro attività finanziaria (così come era già avvenuto nel 2013, sottolinea Coface). Il rischio di cambio indebolisce i settori legati all’importazione di materie prime. In particolare sono sotto pressione i settori delle costruzioni in Argentina (rischio elevato) e la distribuzione in Argentina e Turchia (rischio molto elevato).
In questa situazione non brilla l’Italia, la cui valutazione è stata declassata ad A4. Per il nostro Paese il problema maggiore è rappresentato dall’indebitamento delle imprese, vulnerabili a un potenziale inasprimento delle condizioni del prestito bancario dettate dai futuri orientamenti della Bce.

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