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Ania: investimenti e innovazione fra le priorità per gli assicuratori

In occasione dell'assemblea annuale, la presidente Farina conferma la volontà del settore di crescere per mettere a fattore comune le risorse pubbliche e private a sostegno dello sviluppo

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Crescita, investimenti e innovazione. Sono queste le principali sfide nell’agenda dell’Ania, presentate ieri mattina a Roma dalla presidente, Maria Bianca Farina, in occasione dell’annuale assemblea, aperta, quest'anno, dal ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Quest’ultimo ha sottolineato la “straordinaria capacità di studio e analisi” del comparto assicurativo nei diversi ambiti, che può rappresentare “una grande risorsa da mettere a disposizione del settore pubblico” per affrontare i grandi cambiamenti che interessano il nostro Paese. Le informazioni detenute dal settore assicurativo, ha spiegato Di Maio, saranno un “ottimo punto di partenza per lavorare molto bene insieme a nuovi modelli e politiche”, in primis per gestire il problema dell’invecchiamento della popolazione attraverso misure sociali efficaci e favorevoli.

Un comparto solido e affidabile

Quello degli assicuratori si conferma un ruolo chiave nella crescita economica e sociale del Paese. Forte e consapevole di questa responsabilità, Farina ha sottolineato i risultati, le sfide e le attese di un comparto in crescita. In particolare, i dati del 2017 consolidano la centralità, la solidità e l’affidabilità del settore: la raccolta premi complessiva ha sfiorato i 131 miliardi di euro (100 per il settore vita, 16 miliardi per l’auto e altrettanti per il non auto). Gli investimenti degli assicuratori italiani hanno raggiunto 850 miliardi di euro, pari al 50% del Pil, con oltre 300 miliardi di euro investiti in titoli di Stato italiani. E ancora, il settore ha realizzato utili netti per 6 miliardi (circa 400 milioni nel settore auto), corrispondendo imposte che sfiorano i 6 miliardi l’anno e dando occupazione, in via diretta e indiretta, a circa 300 mila persone. Una menzione particolare è stata riservata all’auto dove i prezzi, grazie anche al contenimento dei sinistri e delle frodi, sono diminuiti del 2,5%, per una riduzione complessiva del 27% in cinque anni. Buoni i risultati anche in tema di risparmio: il comparto gestisce un sesto delle risorse finanziarie delle famiglie e, in 20 anni, le polizze vita sono salite dal 4% al 15,4% del portafoglio degli italiani.

Innovare a tutto campo

Venendo alle sfide, in cima alla lista spicca il tema dell’innovazione, che sta ridisegnando una catena del valore presidiata da nuovi operatori digitali, i quali beneficiano di vantaggi competitivi grazie a strutture di costo snelle e una regolamentazione poco stringente. Su questo fronte, ha anticipato Farina, “stiamo sperimentando la instant insurance con società di car sharing”. Il progetto prevede che nel costo del noleggio rientri anche quello dell'assicurazione, tarato sul tempo di percorrenza e sullo stile di guida del conducente. E ancora, tramite Innovation by Ania si sta sperimentando, insieme agli associati, la tecnologia blockchain su alcuni processi assicurativi per i quali è stata attivata, d’intesa con l’Autorità, la prima sandbox italiana. Inoltre, è prevista l’attivazione di piattaforme, network, partnership per lo sviluppo di prodotti e servizi all'avanguardia. “Ma l’innovazione è ben più ampia”, ha aggiunto Farina, sottolineando lo sforzo del settore nell’evoluzione del modello di business, dell’offerta e della proposizione ai clienti. Alle nuove sfide, dunque, il comparto risponde “innovando a tutto campo” e facendo leva sul nuovo modo di fare assicurazione: non solo in ottica di risarcimento, ma di servizi integrati per soddisfare i bisogni più importanti di protezione e risparmio, da proporre con un servizio di consulenza a tutto tondo.

Un fondo per le infrastrutture

Parlando di attese, il discorso si è spostato all'investimento delle risorse finanziare nell’economia reale, per aiutare le imprese italiane a ripartire e finanziare le infrastrutture al fine di consolidare una crescita che mostra ancora segnali di fragilità. Quest’ultimo resta un tema delicato per l’Italia, dove si fatica a individuare i progetti finanziabili dai privati. “Stiamo costruendo un fondo per le infrastrutture – ha spiegato Farina – mettendo insieme le risorse degli assicuratori, ma dividendo il rischio su ciascun portafoglio”.
Sul tema, la numero uno dell’Ania si è confrontata con il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, il quale ha messo l’accento sull’ombra di Solvency II per gli investimenti a lungo termine: quando il nuovo impianto europeo è stato varato, ha spiegato il regolatore, gli investimenti in infrastrutture, non esistevano, quindi ora “dobbiamo tutti lavorare all’ammodernamento del quadro normativo per consentire alle compagnie di diversificare il portafoglio di investimento, ad esempio con i Pir”. In Italia, infatti, sono tante le piccole imprese su cui sarebbe utile investire per offrire loro alternative al credito bancario. Ma il tutto deve essere fatto secondo le norme europee: questo è rischioso, e qui il compito del vigilante, ha ribadito Rossi, deve essere quello di “promuovere l’investimento in queste piccole realtà per scongiurare il rallentamento”.

Spread e solvibilità


Su Solvency II è intervienuta anche l’Ania che ha invocato una crescente attenzione da parte del Governo al fine di evitare svantaggi competitivi e costi enormi di implementazione per l’industria assicurativa. In particolare, ribadendo la necessità di modificare il funzionamento del volatility adjustment, l’algoritmo che dovrebbe attutire gli effetti sulle esigenze di capitale della eccessiva volatilità dello spread di un singolo Paese rispetto alla media europea: un meccanismo che anche secondo Farina non risulta efficace per l’Italia. E proprio sullo spread, ha aggiunto, “è necessario agire per mettere al riparo tutti gli stakeholder da variazioni temporanee e consentire agli assicuratori di continuare a comprare titoli di stato piuttosto che venderli”.

Il binomio crescita-uguaglianza

Altro aspetto molto importante, secondo la presidente dell’Ania, è “mettere a fattore comune risorse pubbliche e private in modo organizzato” per far sì che l’economia possa crescere. Ma qui è necessaria una maggiore protezione degli italiani per diminuire la vulnerabilità di famiglie e imprese, liberare risorse e abilitare investimenti.
La crescita, però, ha sottolineato Rossi, deve andare di pari passo con l’uguaglianza: “se la torta non si ingrandisce, la giustizia distributiva salta”: un Paese avanzato non può fare a meno di crescere aumentando al tempo stesso il benessere dei cittadini. Anche qui, secondo il Regolatore, risulta cruciale il ruolo delle assicurazioni, che sono in grado di investire risorse dando un fondamentale contributo allo sviluppo e al miglioramento dell’uguaglianza, attraverso la funzione mutualistica.
Gli investimenti, ha concluso Farina, “contribuiranno all’innovazione e allo sviluppo sostenibile del Paese, all’equità e coesione sociale, per un’Italia forte e autorevole”.

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