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Insurance Europe, sul Pepp impegno di lungo periodo

Gli obiettivi condivisi sono quelli di aumentare la quota di popolazione coperta dalla previdenza complementare e fornire ai player nuove possibilità di investimento

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Insurance Europe rafforza il proprio lavoro di lobbying sul Pepp, attraverso la pubblicazione di un documento che evidenzia la propria posizione sullo schema di regolamento per il prodotto pensionistico individuale paneuropeo, previsto in dirittura d’arrivo presso la Commissione Europea entro luglio.  
Il progetto è da sempre accolto con favore dalla federazione europea che unisce le associazioni nazionali degli assicuratori (tra cui l’Ania): gli obiettivi condivisi sono quelli di aumentare sia la quota di popolazione coperta dalla previdenza complementare sia fornire agli operatori fondi destinati agli investimenti a lungo termine. Proprio per questi motivi, il Pepp deve essere un vero prodotto pensionistico a lungo termine.  

Per ottenere questi risultati, Insurance Europe, ha stilato una serie di proposte e osservazioni che ha condiviso con la Commissione Europea e che, chiaramente, vorrebbe vedere essere accolte quando il framework sarà licenziato.  Il terzo pilastro svolge un ruolo chiave nel panorama pensionistico e diventerà sempre più importante, dal momento che i sistemi a più gambe rappresentano il modo più efficace per garantire la sostenibilità e l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche.
Sul lungo periodo occorrerà affrontare sfide demografiche inedite e gli assicuratori che operano nel vita dovranno continuare a essere fornitori importanti di prodotti pensionistici di cui i consumatori possono fidarsi. 

Ecco perché, sostiene Insurance Europe, i consumatori dovrebbero essere incentivati a risparmiare sul lungo periodo, anche facendo fronte a periodi in cui l’investimento nei prodotti pensionistici potrà essere esiguo o minimo: il Pepp dovrebbe quindi offrire agli assicurati un livello di sicurezza alto e la protezione contro il rischio longevità dovrebbe essere una delle opzioni offerte. Tenendo conto delle prassi nazionali di ogni Stato membro, gli assicurati dovrebbero comunque poter accedere a garanzie diverse o scegliere una copertura supplementare, contro i rischi importanti, come la disabilità.  

Dal punto di vista degli assicuratori o dei fondi che propongono il Peep, questi dovrebbero essere soggetti a una regolamentazione specifica che tenga conto dell’orizzonte a lungo termine dei loro prodotti e delle specifiche caratteristiche. Ma anche altri soggetti (banche, Sgr ecc.) che vogliono offrire questo tipo di prodotto dovrebbero essere soggetti al principio uguali rischi, stesse regole. Il richiamo è a Solvency II, un regime regolamentare che è stato specificamente progettato per garantire un elevato livello di protezione per i clienti degli assicuratori, che sono i principali fornitori di pensioni individuali. Se altre istituzioni finanziarie offriranno contratti di questo tipo dovranno soggiacere alle stesse norme.   

L’informativa da consegnare al consumatore, inoltre, è altrettanto importante: l’informazione precontrattuale deve essere adeguata alla natura specifica del Pepp. Il regolamento sui Priips, per esempio, non è il giusto punto di riferimento, poiché i metodi di calcolo dei principali indicatori (indicatore di rischio, scenari di performance e indicatore di costo) non sono adatti ai prodotti pensionistici e indurrebbero in errore i risparmiatori: i prodotti pensionistici richiedono anche informazioni sulle fasi di pagamento e sul trattamento fiscale. Inoltre, i contratti previdenziali sono inestricabilmente legati alle politiche sociali degli Stati e alle norme fiscali, e per questo richiedendo un approccio differente.

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