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A settembre l'osservatorio Cineas-Mediobanca sulle medie aziende

La quinta edizione della ricerca che testa la diffusione (e i vantaggi) del risk management su una particolare fetta delle imprese italiane

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Torna l’Osservatorio Cineas-Mediobanca sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane. L'appuntamento è per fine settembre, il 27, al Politecnico di Milano, quando saranno presentati i risultati della quinta edizione dell'indagine che coinvolge, oltre a Mediobanca, anche altri otto partner, associati al consorzio, che operano nel settore dei rischi a livello nazionale e internazionale: Allianz, Cattolica Assicurazioni; Reale Group, Qbe e Zurich, in rappresentanza delle compagnie; la società di brokeraggio Mansutti, per gli intermediari; Benpower tra le aziende di ripristino e bonifica e C&P per i periti. 

L'Osservatorio riguarda solo le medie imprese italiane, cioè quelle con un numero di dipendenti tra 50 e 499 e con un fatturato netto compreso tra i 16 milioni e i 355 milioni di euro a livello consolidato; presenta una classificazione dei profili di rischio in ordine di priorità sulla base della rilevanza attribuita da parte degli imprenditori: a loro è chiesto di specificare le scelte di trasferimento assicurativo e la disponibilità sul mercato di prodotti adatti alle esigenze. Nella ricerca è presentata anche la classificazione dell'esposizione ai rischi nei diversi settori merceologici: alimentare, chimico-farmaceutico, meccanico, metallurgico e beni per la persona e la casa. Infine, i dati sulla gestione del rischio sono confrontati con i risultati di fatturato. 

"Negli ultimi due anni - si legge in una nota di Cineas - si sono evidenziate correlazioni positive tra la gestione integrata dei rischi e le performance economiche dell'azienda, ma anche tra la gestione dei rischi e la capacità di innovazione nonché con la proiezione verso i mercati internazionali maggiormente attrattivi".
La quarta edizione, tra i vari risultati, ha messo in evidenza che le aziende dotate di un sistema integrato e trasversale di gestione dei rischi realizzano il 38% in più di ritorni sugli investimenti delle omologhe che ne sono sfornite. Nel 76% dei casi, inoltre, per la realizzazione del sistema di gestione del rischio si ricorre a partner esterni, spesso di natura consulenziale.

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