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Welfare, servono progetti a medio-lungo termine

In assenza di piani nazionali di lungo respiro, il sistema può essere salvato da previdenza e sanità integrativa: è quanto afferma un rapporto di Itinerari Previdenziali, presentato a Montecitorio

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Itinerari Previdenziali ha presentato ieri a Roma, alle commissioni parlamentari e al Governo il 2° rapporto sul Bilancio del sistema previdenziale italiano. All’evento che si è svolto a Montecitorio hanno partecipato il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, il presidente della commissione bicamerale di controllo Enti Previdenziali, Lello Di Gioia e il sottosegretario all’economia, Pierpaolo Baretta.
I tratti salienti del rapporto sono stati illustrati dal presidente del comitato tecnico scientifico di Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, e dai componenti dello stesso, professori Gianni Geroldi e Paolo Onofri.

Il quadro mostra che nel 2013 la spesa pensionistica complessiva ha raggiunto l’importo di 214.567 milioni di euro +1,62% sul 2012 (nel 2012 a +3,3% sul 2011). L’ammontare delle entrate contributive è in lieve flessione (-0,56%) rispetto al 2012 (+1,3% per il 2012 rispetto al 2011) e il disavanzo complessivo di gestione ha raggiunto, nel 2013, i 25,36 miliardi (+22% sul 2012), a conferma di un trend fortemente negativo che ha caratterizzato il periodo 2010/13 (disavanzo 2012 di 20,741 miliardi, + 26,6% rispetto al 2011).
Il rapporto evidenzia un notevole peggioramento dei conti, riportandoci ai saldi del 1995: una situazione dipesa soprattutto dall’impatto occupazionale negativo prodotto dalla crisi economica.
“Le prestazioni pensionistiche – ha evidenziato Alberto Brambilla (nella foto) – sono 23 milioni; i pensionati, 16 milioni, con 1,36 occupati per ogni pensionato; i soldi che mettiamo nel sistema pensionistico sono 54 miliardi (3,5% del pil e 6,8% della spesa pubblica); le prestazioni assistite sono 11 milioni, per 7 milioni di pensionati assistiti”.

Dallo studio emerge che le gestioni che concorrono maggiormente alla formazione del deficit 2013 sono: quella dei dipendenti pubblici (ex Inpdap) che presenta, nel 2013, un deficit di circa 26 miliardi, in forte progressione rispetto agli anni precedenti; quella delle ex Ferrovie dello Stato che registra, per il 2013, un pesante saldo negativo di 4.225 milioni di euro (erano 4.150,7 milioni nel 2011 e 4.167,6 milioni nel 2012), pur pesando poco in termini di numero di iscritti e pensionati (50.533 attivi e 228.590 pensionati per l’effetto perverso dei prepensionamenti); quella dei lavoratori agricoli autonomi, il cui disavanzo tra contributi e prestazioni ammonta a -3.116 milioni.

Sul fronte delle tasse, nel 2013, l’Irpef e le addizionali comunali e regionali hanno sottratto circa 43 miliardi di euro ai pensionati previdenziali e, poiché le tasse sono una partita di giro in quanto il pensionato riscuote solo il netto, il vero esborso per lo Stato non è di 247,86 miliardi, ma di circa 205 miliardi. Tuttavia, quasi il 52% dei pensionati, sono esenti dal pagamento dell’Irpef, quindi è plausibile stimare che circa il 50% dell’Irpef totale sulle pensioni gravi solo su 2.616.635 pensionati, con importi medi superiori a 28.556 euro lordi l’anno.

La spesa a carico della fiscalità

Poiché il totale delle prestazioni eccede le entrate contributive, la quota di finanziamento a carico della fiscalità generale è pari a 25,360 miliardi (disavanzo annuale), a cui va aggiunta la quota Gias (gestione interventi assistenziali) di 33,292 miliardi, la quota Gias relativa al sostegno alle entrate contributive, per 12,841 miliardi, l’apporto dello Stato alla gestione dei dipendenti pubblici, pari a 10,6 miliardi, la parte assistenziale per un totale di 21,738 miliardi. In totale, a gravare sulla fiscalità generale sono 103,831 miliardi (94,1 miliardi di euro nel 2012)che corrispondono a 6,48 punti di Pil.
Infine, in termini di prestazioni assistenziali, nel 2013, ci sono stati un totale di 8.558.195 beneficiari (erano 8.716.181 nel 2012), circa il 52,2% dei pensionati.  completamente a carico della fiscalità generale.  “Non c'è un progetto welfare Paese a medio-lungo termine –ha sottolineato Brambilla – e la previdenza e l'assistenza integrativa sono le uniche cose che potranno salvare il sistema”.

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