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Covip, bene i pip ma preoccupante chi non versa più contributi

I dati sulla previdenza integrativa rivelano uno scenario fortemente condizionato dalla crisi

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Gli italiani si sono accorti della previdenza integrativa (è già una notizia) ma purtroppo ora mancano i soldi per accumularla. Aumentano le adesioni ai fondi pensione ma anche quelli che, seppur iscritti, non versano i contributi perché non ce la fanno economicamente. Il problema emerge chiaro dalla relazione annuale della Covip per l'anno 2012, secondo la quale sono state 1,2 milioni le persone che hanno smesso di alimentare la loro contribuzione ai fondi pensione integrativi: ben 100 mila in più rispetto al 2011. Negli anni tra il 2008 e il 2012 sono stati 500 mila i contribuenti che hanno smesso di versare ai fondi: il 20% sul totale di 5,6 milioni (in crescita del 5,3% anno su anno). Il fenomeno dell'astensione ha colpito soprattutto gli iscritti alle forme pensionistiche quali fondi aperti e pip. Smettono di versare ai fondi pensione soprattutto i lavoratori autonomi, tra di loro il 35% sono iscritti ai fondi, mentre tra i dipendenti la percentuale si ferma al 15% del totale. Il tasso di adesione complessiva alla previdenza integrativa è del 25,5%, ma scende al 20,2% se si guarda solo a coloro che alimentano regolarmente la propria posizione. 

Tra le forme pensionistiche, i pip si confermano in grande ascesa con un +22,4% anno su anno, mentre quelle legate ai fondi negoziali, arretrano dell'1,2%. Il rendimento dei fondi pensione integrativi nel 2012 è stato superiore a quello del Tfr con tassi compresi tra l'8% e il 9%. Il rendimento è stato in media dell'8,2% per i fondi negoziali, dell'8,9% per i prodotti pip e del 9,1% per i fondi aperti. L'andamento negativo delle adesioni ai fondi di previdenza complementare promossi dalla contrattazione collettiva, sostiene Covip, è "conseguenza della crisi economica, della riduzione della base occupazionale e dell'andamento delle retribuzioni condizionati da mancati rinnovi dei contratti, dal blocco della contrattazione nel pubblico impiego e dall'uso spropositato della cassa integrazione".
La Covip, in questo senso lancia un allarme: "il dato preoccupante è che le aziende non versano la contribuzione dovuta, il Tfr maturato e in qualche caso si trattengono anche quanto prelevato dalla busta paga dei lavoratori per la previdenza complementare".

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