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Nel 2021 sale il conto delle catastrofi: 259 miliardi di dollari di danni

È la stima di Swiss Re sui costi registrati finora quest’anno. Già superato il conto 2020. Le assicurazioni perdono 112 miliardi di dollari

Nel 2021 sale il conto delle catastrofi: 259 miliardi di dollari di danni
Quest’anno le catastrofi naturali hanno già provocato danni globali per 250 miliardi di dollari: il 24% in più rispetto al 2020. È quanto emerge dall’ultima stima diffusa oggi dallo Swiss Re Institute, secondo cui le catastrofi provocate dall’uomo, che ovviamente si aggiungono a quelle provocate dalla natura, hanno causato perdite per altri 9 miliardi, per un totale di 259 miliardi di dollari.

Le perdite assicurate

Le assicurazioni hanno registrato finora perdite per catastrofi naturali pari a 105 miliardi di dollari (+13% sui 99 miliardi del 2020) e 7 miliardi per eventi causati dall'uomo (-24% sui 10 miliardi dello scorso anno), portando così il conto totale a 112 miliardi.

Urbanizzazione e cambiamento climatico sotto accusa

L’evento che al momento ha generato il maggior numero di perdite è stato l’uragano Ida. Il trend, sottolinea il riassicuratore svizzero, è complessivamente in crescita, a un ritmo superiore al Pil, a causa di urbanizzazione e cambiamento climatico.
La serie di tornado che ha devastato gli Stati Uniti è solo l'ultimo capitolo di una triste lunga saga di eventi meteorologici estremi, come l'eccezionale gelo invernale dello scorso anno, inondazioni, tempeste, uragani e ondate di caldo fuori dalla norma, che nel 2021 hanno provocato per le assicurazioni perdite per 105 miliardi di dollari, il quarto livello più alto dal 1970.

“Le perdite per catastrofi naturali – spiega Martin Bertogg, head of cat perils di Swiss Re – nel 2021 hanno nuovamente superato la media del decennio. La tendenza è una crescita del 5-6% ogni anno. Ormai è consuetudine che una grave inondazione, una tempesta invernale o un incendio selvaggio, provochino danni superiori a 10 miliardi di dollari”.  

Il record negativo è degli Usa

I due eventi peggiori del 2021 sono avvenuti entrambi negli Stati Uniti. L'uragano Ida ha provocato 30-32 miliardi di dollari di danni per le assicurazioni, mentre la tempesta invernale Uri ha pesato per 15 miliardi di dollari. In Europa l'evento più impattante è stata l'inondazione di luglio in Germania, Belgio e paesi vicini, che ha lasciato un conto di 12 miliardi di dollari alle compagnie e perdite economiche superiori ai 40 miliardi di dollari. Si tratta della seconda inondazione peggiore del mondo, dopo quella del 2011 in Thailandia, e la prima in assoluto in Europa dal 1970.

Il 2021 verrà ricordato anche per il caldo record. A giugno, infatti, una cappa di calore ha fatto raggiungere temperature di quasi 50°C in Canada. Nella Death Valley della California si è arrivati a 54,4°C. Tali ondate di caldo eccezionale sono spesso state accompagnate da devastanti incendi selvaggi.  

Necessari investimenti per mitigare gli impatti

Secondo il capo economista di Swiss Re, Jerome Haegeli, questi numeri evidenziano ancora una volta la necessità di investimenti per mitigare l’impatto delle catastrofi naturali. “Bisogna aumentare gli investimenti in infrastrutture – afferma – poiché essi sostengono la crescita sostenibile e la resilienza. Solo negli Stati Uniti, il deficit di investimenti per mantenere infrastrutture obsolete è di 500 miliardi di dollari all'anno fino al 2040. Insieme al settore pubblico, tuttavia, il comparto assicurativo è fondamentale per rafforzare la resilienza della società ai rischi climatici, investendo e sottoscrivendo infrastrutture sostenibili”.

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