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In Italia ricorso minimo alle riduzioni retributive

Lo rileva una survey di WTW tra le imprese multinazionali. Si punta alla salvaguardia dei dipendenti per garantire una ripresa più rapida

In Italia ricorso minimo alle riduzioni retributive
Secondo Willis Towers Watson salvaguardare il benessere dei dipendenti in questo periodo pandemico è una delle chiavi per ristabilire quanto prima l’operatività completa e buone performance aziendali. La conclusione arriva da una survey condotta nella prima settimana di aprile su 55 aziende italiane di grandi dimensioni, per il 75% multinazionali, dei principali settori di mercato. Il benessere del lavoratore è stato al centro di molte operazioni portate avanti in queste settimane dalle aziende, e l’impegno si evince anche dal fatto che, pur aspettandosi un impatto negativo dovuto al Covid-19 sul proprio business nel prossimo anno (risposta di 2 aziende su 3), solo un’impresa su dieci ha ridotto le retribuzioni, una percentuale costante secondo la diversa tipologia di dipendenti. Inoltre, il 49% dei datori di lavoro prevede di ridurre temporaneamente l'orario di lavoro, ma senza ricorrere a licenziamenti. Piuttosto, saranno modificati gli obiettivi del sistema di incentivazione di breve periodo (in 3 aziende su 4) adattandoli alla situazione secondo un’analisi discrezionale che si basa anche sulla motivazione delle persone. 

In questi ultimi due mesi, uno dei sistemi di tutela più utilizzato è stato il ricorso al lavoro a distanza. Se prima della pandemia la maggior parte delle organizzazioni aveva meno del 25% delle persone che lavorano da casa, ora in 7 aziende su 10 gli smartworker sono più del 75%, un dato molto più elevato rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti, dove un’indagine parallela di WTW ha rilevato che l’aumento è stato dal 14% al 39%. Rispetto alla durata di questo provvedimento, al momento del sondaggio il 78% delle imprese non aveva fissato una data di termine a causa dell’incertezza generale (dall’andamento della pandemia alle disposizioni dell’autorità). 
La survey ha registrato inoltre che tutti i datori di lavoro hanno intrapreso azioni di protezione dei dipendenti: le più diffuse sono la disinfezione dei luoghi di lavoro (94%), la disponibilità agevolata di gel igienizzanti (92%) e l’utilizzo dei device aziendali per lo smart working (87%).

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