In Italia ricorso minimo alle riduzioni retributive
Lo rileva una survey di WTW tra le imprese multinazionali. Si punta alla salvaguardia dei dipendenti per garantire una ripresa più rapida
05/05/2020
Secondo Willis Towers Watson salvaguardare il benessere dei dipendenti in questo periodo pandemico è una delle chiavi per ristabilire quanto prima l’operatività completa e buone performance aziendali. La conclusione arriva da una survey condotta nella prima settimana di aprile su 55 aziende italiane di grandi dimensioni, per il 75% multinazionali, dei principali settori di mercato. Il benessere del lavoratore è stato al centro di molte operazioni portate avanti in queste settimane dalle aziende, e l’impegno si evince anche dal fatto che, pur aspettandosi un impatto negativo dovuto al Covid-19 sul proprio business nel prossimo anno (risposta di 2 aziende su 3), solo un’impresa su dieci ha ridotto le retribuzioni, una percentuale costante secondo la diversa tipologia di dipendenti. Inoltre, il 49% dei datori di lavoro prevede di ridurre temporaneamente l'orario di lavoro, ma senza ricorrere a licenziamenti. Piuttosto, saranno modificati gli obiettivi del sistema di incentivazione di breve periodo (in 3 aziende su 4) adattandoli alla situazione secondo un’analisi discrezionale che si basa anche sulla motivazione delle persone.
In questi ultimi due mesi, uno dei sistemi di tutela più utilizzato è stato il ricorso al lavoro a distanza. Se prima della pandemia la maggior parte delle organizzazioni aveva meno del 25% delle persone che lavorano da casa, ora in 7 aziende su 10 gli smartworker sono più del 75%, un dato molto più elevato rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti, dove un’indagine parallela di WTW ha rilevato che l’aumento è stato dal 14% al 39%. Rispetto alla durata di questo provvedimento, al momento del sondaggio il 78% delle imprese non aveva fissato una data di termine a causa dell’incertezza generale (dall’andamento della pandemia alle disposizioni dell’autorità).
La survey ha registrato inoltre che tutti i datori di lavoro hanno intrapreso azioni di protezione dei dipendenti: le più diffuse sono la disinfezione dei luoghi di lavoro (94%), la disponibilità agevolata di gel igienizzanti (92%) e l’utilizzo dei device aziendali per lo smart working (87%).
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