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Assemblea Aiba, il broker si trasforma

Durante l'annuale assise dell’associazione, il presidente, Luca Franzi de Luca, ha fatto il punto sul mercato del brokeraggio italiano, indicando rischi e opportunità tra normative e nuovi ambiti di sviluppo

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Il settore del brokeraggio assicurativo continua a essere uno dei punti di riferimento per la gestione dei rischi del comparto produttivo del Paese, dei professionisti e della Pubblica amministrazione, con una quota di mercato nei soli rami danni del 36,3% su un totale di circa 37 miliardi di euro. Nonostante questo, i broker stanno vivendo "un delicato processo di transizione" e una "fase di trasformazione".  
Sono tanti i motivi che spiegano questo momento, secondo Luca Franzi de Luca, presidente di Aiba, che ha presentato alla consueta assemblea annuale dell’associazione la relazione sulla vita associativa e i numeri del brokeraggio italiano.   

Nel 2017 c’è stata una riduzione degli operatori attivi a seguito di numerose operazioni di fusione che hanno contribuito al consolidamento del mercato dei broker. Al 31 dicembre 2017, secondo i dati forniti da Aiba, le società iscritte al Registro unico degli intermediari erano diminuite del 3,7% rispetto alla stessa data del 2016, per un totale di 1.634 aziende di brokeraggio, escluse le ditte individuali. In calo del 3,9% anche le persone fisiche (3.854), per un totale degli iscritti al Rui pari a 5.488. Considerando i soggetti non operativi e le persone fisiche con incarichi in società di brokeraggio, Aiba ha stimato un totale di 2.359 aziende attive. Guardando agli ultimi dieci anni, comunque, si può notare una forte crescita numerica sia delle società (+73,8%) sia delle persone fisiche (+33,2%). La quota di mercato della categoria riferita alla raccolta premi delle compagnie italiane ed estere è intorno al 10,6%, in calo dall’11,5% del 2016. 

Passando dai numeri alle analisi del contesto in cui i broker operano, Franzi de Luca ha evidenziato diverse criticità: dalle questioni relative alla direttiva europea sulla distribuzione assicurativa, in vigore da ottobre, alla "rivoluzione in materia di privacy" causata da Gdpr, per arrivare all’attuazione del decreto sull’antiriciclaggio. "Sono tutti fattori – ha detto Franzi de Luca – che vanno a modificare il quadro normativo del settore assicurativo, rendendo complessa la lettura di un mercato in evoluzione". 

Le prospettive di sviluppo e le opportunità per Aiba, secondo il suo presidente, potranno arrivare da due ambiti in particolare: il cyber risk e welfare aziendale. Il rischio tecnologico "è il più delicato e complesso del terzo millennio", e secondo Aiba esiste già oggi un profondo gap di protezione per le aziende. L'obiettivo dell’associazione è avviare un dialogo tra gli stakeholder. Il welfare aziendale è infine un altro tema centrale per Aiba, un'occasione importante che deve essere colta.

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