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Decreto Sviluppo bis, l’ok di Sna e Unapass

Demozzi, il testo non sia snaturato dall'iter parlamentare

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Un plauso generale. Pur nella rilevazione di qualche criticità e proposta di modifica, si può dire che il decreto Sviluppo bis, emanato il 18 ottobre, e attualmente al vaglio della Commissione Industria del Senato, abbia incontrato il sostegno convinto della categoria agenti. Durante le audizioni dei rappresentanti di Sna e Unapass-Rete Impresagenzia che hanno auspicato la rapida conversione in legge del decreto e quella del presidente di Ania, Aldo Minucci, che invece ha ribadito una posizione di netta contrarietà, soprattutto rispetto ad alcune delle novità introdotte: contratto base e collaborazione tra intermediari in primis.

La relazione di Claudio Demozzi, presidente di Sna, in particolare, ha voluto rimarcare proprio i benefici in termini di apertura concorrenziale, stimolo all’innovazione e tutela del consumatore, sottolineando la necessità di procedere all'approvazione “senza interventi che ne possano snaturare la portata liberalizzatrice”.

Anche Massimo Congiu ha mostrato sostanzialmente di condividere l’azione di Governo su questo fronte avanzando alcune indicazioni in vista della definitiva conversione in legge del decreto e della successiva implementazione dei provvedimenti previsti.

Sul tema delle frodi nello specifico Congiu ha affermato che “sarebbe più efficace prevedere la procedibilità di ufficio anziché la querela di parte” e, in linea con quanto già attuato per le microlesioni, chiede di riprendere al più presto “l’iter legislativo per l’emanazione del Dpr che completi la regolamentazione delle macrolesioni”. Ancora sull’abolizione del tacito rinnovo Congiu ha rilevato come l’impostazione attuale costituisca un aggravio di oneri amministrativi per l’intermediario – punto sottolineato anche da Demozzi – e un problema per l’assicurato sia nel caso in cui decida di rimanere con la stessa compagnia sia che opti per cambiarla. Infine, Unapass ha espresso qualche dubbio sui contenuti le finalità della piattaforma di interfaccia comune e soprattutto sui relativi tempi di elaborazione e redazione attualmente fissati a 90 giorni, motivo per cui suggerisce almeno di raddoppiare i termini previsti.

“Si tratta di un testo coerente e in linea con le raccomandazioni dell’Antitrust italiano ed europeo – ha commentato Demozzi – una legge che renderà questo mercato più libero e competitivo e che apre nuovi spazi di crescita per gli intermediari professionali”.

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