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Agenti Zurich, le collaborazioni dividono Ulivieri e lo Sna

Valutazioni divergenti tra il presidente del gruppo agenti e il sindacato

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Botta e risposta tra lo Sna e il gruppo agenti Zurich, e precisamente tra la newsletter del sindacato agenti e il presidente del Gaz Enrico Ulivieri. Tutto nasce da un testo apparso sulla velina della rappresentanza guidata da Claudio Demozzi, che, prendendo spunto da un accordo che Zurich sta stipulando con un broker per la distribuzione di un prodotto, chiama in causa Ulivieri. L'accordo, già in fase di test presso alcune agenzie, prevede la vendita di prodotti Rc professionale medica di alcune compagnie italiane. Una delle critiche rivolte a Zurich dai propri agenti - si legge sulla newsletter Sna - riguardava l'irrigidimento assuntivo e il fenomeno delle disdette massive di portafoglio di Rc professionale". Lo Sna per questo giudica "lungimirante" la scelta della compagnia di agevolare l'accordo di collaborazione in favore dei propri agenti.

Di avviso completamente opposto è invece Enrico Ulivieri, presidente del gruppo agenti Zurich e vice presidente di Anapa. In primis ribadisce, in una lettera agli iscritti del gruppo, che "il gruppo agenti Zurich ha deciso, già nel mese di novembre 2012, di tentare d'affidarsi a un broker a seguito della decisione della compagnia di abbandonare cinque specializzazioni mediche". Poi chiarisce che la collaborazione è regolamentata da un accordo quadro con il broker, teso a eliminare eventuali difformità di trattamento sul territorio, predisponendo anche una lettera di collaborazione concordata che verrà messa a disposizione
degli associati. Ma soprattutto Ulivieri non ravvisa quale sia il reale grande vantaggio per gli agenti, che si dovranno "accontentare, sui contratti dismessi e da ricollocare per il tramite del broker, di una provvigione ridotta e della mancata partecipazione del contratto al calcolo della liquidazione, e tutto ciò mentre magari si sta ancora pagando una pesante rivalsa, anche su quei contratti". Anche in questo caso, quindi, visioni diverse e talvolta opposte dividono gli intermediari sulle collaborazioni.

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