Contratti semplici per clienti consapevoli
La chiarezza delle polizze non solo un obiettivo tecnico ma anche etico. Rendere i testi assicurativi più leggibili significa migliorare la qualità del mercato, rafforzare la fiducia dei clienti e garantire il rispetto del principio di trasparenza previsto dal Codice delle assicurazioni
Negli ultimi anni il tema della chiarezza contrattuale è tornato al centro dell’attenzione del settore assicurativo, spinto dall’esigenza di rafforzare la fiducia dei cittadini e favorire una reale comprensione delle coperture sottoscritte. Un linguaggio complesso o tecnicamente ridondante rappresenta una barriera alla conoscenza, ostacolando il corretto esercizio dei diritti e dei doveri da parte degli assicurati. Già alla fine degli anni Settanta, si parlava di “diritto alla chiarezza contrattuale”, principio oggi più attuale che mai. Rendere un contratto leggibile e comprensibile non significa semplificarlo a scapito della precisione giuridica, ma renderlo trasparente nella funzione delle garanzie, nelle esclusioni e negli obblighi delle parti. L’obiettivo è creare testi che, pur mantenendo rigore tecnico, siano realmente accessibili a chi li deve leggere e sottoscrivere. L’esperienza maturata con le prime polizze trasparenti, nate dalla collaborazione tra operatori e associazioni di categoria, ha dimostrato che la semplificazione è possibile. Tuttavia, molte di quelle buone pratiche non sono mai diventate patrimonio comune del mercato.
IL PRODOTTO ASSICURATIVO È UN CONTRATTO GIURIDICO
Oggi la crescente diffusione delle coperture assicurative, anche a seguito delle nuove previsioni sul rischio catastrofale, richiede un ulteriore salto di qualità nella comunicazione tra compagnie, intermediari e clienti. L’attività assicurativa, sempre più riconosciuta come strumento di tutela economica e sociale, comporta una responsabilità condivisa nel garantire che i contratti siano effettivamente comprensibili per chi li utilizza. Le linee guida recentemente aggiornate da Ania sui contratti chiari e comprensibili ribadiscono che il cosiddetto “prodotto assicurativo” è prima di tutto un contratto giuridico complesso. Tradurlo in un linguaggio accessibile richiede competenze linguistiche, giuridiche e comunicative, oltre a una revisione dei modelli redazionali oggi in uso. Le ricerche svolte negli ultimi anni evidenziano una distanza significativa tra la complessità dei testi contrattuali e le competenze medie dei cittadini.
UN LIMITE PER CONCORRENZA E INNOVAZIONE
Studi recenti indicano un livello di comprensibilità dei contratti infortuni di poco superiore al 45%, mentre altre indagini, tra cui quelle promosse da Ivass e dal sistema Edufin, segnalano una diffusa carenza di cultura assicurativa e finanziaria. Secondo un’analisi Ania del 2024, il livello linguistico medio della popolazione italiana corrisponde a quello di un ragazzo di terza media. È quindi lecito domandarsi se un testo contrattuale assicurativo, così come oggi redatto, possa essere realmente compreso da un lettore di quel livello. La scarsa leggibilità non penalizza solo l’assicurato: limita anche la concorrenza e l’innovazione. Un cliente che non comprende le differenze tra due polizze tenderà a valutare il prezzo come unico elemento di scelta, trascurando la qualità delle garanzie. In questo modo, la complessità linguistica diventa un ostacolo alla trasparenza e alla sana competizione tra operatori.
UNO STRUMENTO DI EDUCAZIONE ASSICURATIVA
A ciò si collega un fenomeno strutturale del mercato italiano: la sottoassicurazione. Molti assicurati sottoscrivono coperture parziali o inadeguate non per scelta consapevole, ma per scarsa comprensione delle condizioni contrattuali e delle conseguenze economiche che derivano da massimali insufficienti o franchigie elevate. Una polizza scritta in modo chiaro, con esempi pratici e terminologia coerente, aiuta invece il cliente a percepire l’effettivo valore della protezione e a calibrare correttamente il livello di copertura. La chiarezza contrattuale diventa così anche uno strumento di educazione assicurativa e un fattore competitivo in grado di favorire l’uscita del mercato da una sottoassicurazione ormai atavica.
LA CAPACITÀ DEL DISTRIBUTORE
La distribuzione diretta di polizze istantanee, basata su piattaforme digitali, ha ampliato le opportunità di accesso ma non ha risolto il problema della comprensione. La normativa Pog (Regolamento Ivass 45/2020) impone alle imprese di dimostrare l’adeguatezza del canale distributivo rispetto al target market individuato. Ciò presuppone che l’assicurato sia in grado di comprendere pienamente la portata della copertura proposta, condizione difficilmente verificabile in assenza di un supporto consulenziale qualificato. In questo contesto, l’intermediario professionista continua a rappresentare l’anello fondamentale per ridurre le asimmetrie informative. Laddove il linguaggio contrattuale resta complesso, la capacità del distributore di tradurre e spiegare le clausole in termini chiari assume un valore determinante per garantire un consenso realmente informato.
UN PERCORSO DI MIGLIORAMENTO CONDIVISO
Il percorso verso la chiarezza contrattuale non si esaurisce nella semplificazione del linguaggio, ma implica una collaborazione costante tra compagnie, intermediari e istituzioni. Le imprese devono fornire ai distributori informazioni precise e aggiornate sulla reale portata delle garanzie, mentre i distributori devono restituire segnalazioni utili per individuare eventuali criticità riscontrate nella pratica quotidiana. Solo un flusso informativo bilaterale consente di migliorare progressivamente la qualità dei contratti e l’efficacia della tutela assicurativa. La chiarezza dei contratti è un obiettivo tecnico, non solo etico. Rendere i testi assicurativi più semplici e leggibili significa migliorare la qualità del mercato, rafforzare la fiducia dei clienti e garantire il rispetto del principio di trasparenza previsto dal Codice delle assicurazioni. È anche una condizione indispensabile per un mercato più solido e inclusivo, in cui ogni assicurato possa comprendere ciò che acquista e proteggersi in modo adeguato. Solo così la chiarezza contrattuale potrà diventare, da aspirazione, una realtà consolidata e un fattore di crescita per l’intero sistema assicurativo.
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