L'altra faccia della longevità: costi, fragilità e soluzioni
Quanto è importante vivere a lungo? Ma quanto lo è, molto di più, farlo in salute? Purtroppo non è così facile e, come si sa, il rischio della non autosufficienza in età avanzata è alto. Una risposta assicurativa c'è: la polizza Ltc, un prodotto che si è molto evoluto e che potrebbe ora trovare terreno fertile per lo sviluppo

03/07/2025
Vorrei iniziare il mio breve articolo sulla non autosufficienza con una nota lieta: qualche anno fa, a Lanzarote, in una gara di mezzo Ironman 70.3 dove gareggiava mio figlio, giunse al traguardo dopo sette ore e 45 minuti (a un quarto d’ora dal tempo massimo), un ottantenne al piccolo trotto, provato, scavato in volto, ma lucido, soddisfatto e felice: lui la gara con sé stesso l’aveva vinta.
Capita sicuramente, non a tutti ma a qualcuno capita, di avere una vita attiva e autonoma fino alla fine. Gli esempi ci sono e dobbiamo gioirne; i progressi della farmacologia, della chirurgia, della scienza in genere ci hanno permesso di vivere sempre più a lungo. Ma vivere gli ultimi anni della vita in totale autonomia è in realtà sempre più raro; si vive sempre di più, ma come?
Questa è l’inquietante domanda. Le malattie neurodegenerative non trasmissibili flagellano gli ultimi anni di vita e il fragile se non ha il conforto della famiglia, dei figli o del coniuge ancora efficiente, deve rivolgersi a badanti di varia nazionalità che alimentano le schiere di caregiver, silenti, apparentemente invisibili, ma sempre più numerose. Il numero è impressionante: sono quasi nove milioni a occuparsi di un familiare non autosufficiente.
Gli effetti di un'assistenza continua
Spesso, quando si parla di salute, l’aspetto economico è inizialmente trascurato: si pensa al miglior primario, alla struttura ospedaliera più competente, alla capacità del chirurgo di eliminare il problema nel modo meno invasivo. Poi però il problema economico diventa centrale e lo è ancora di più quando il costo non è attinente all’intervento one-shot, ma le spese si replicano nella cura, nell’assistenza continua per anni.
Allora l’aspetto economico diventa devastante, l’emorragia di denaro incontrollabile, e la maggior parte delle famiglie, anche quelle ritenute benestanti, devono sopportare spese spesso insostenibili, anche dando fondo ai risparmi di una vita, costretti talvolta a svendere beni immobili per la cura o a contrarre debiti compromettendo fortemente il patrimonio familiare anche in chiave successoria.
Diversamente, la nascita di un figlio comporta un periodo di attesa, delle cure continue per un periodo di due o tre anni; poi il bimbo va all’asilo e tutto ritrova un nuovo equilibrio; un’assistenza in cui si sa il quando arriva l’evento e quanto dura l’assistenza stessa; si può programmare, prevedere, ci si può organizzare. La non autosufficienza non conosce né il quando né il quanto dell’evento.
Può essere uno stroke, un ictus o un deficit cognitivo galoppante, per arrivare a una malattia di Alzheimer che richiede assistenza continua notte e giorno di due/tre persone dedicate. Ma l’assistenza continua e la costante vicinanza al malato ha effetti devastanti anche per chi generosamente offre al padre e alla madre il proprio tempo rinunciando in parte o del tutto alla propria attività.
La comparsa delle polizze Ltc
A questo disastro familiare e sociale non facilmente sanabile, una buona programmazione assicurativa ex ante potrebbe ridurre parte dei problemi ex post. Oggi il comparto assicurativo offre delle soluzioni che, se sono colte a un’età ancora relativamente giovane, sotto i 50 anni, possono fornire un reale contributo economico in grado di poter pagare aiuti esterni ed evitare di compromettere la propria carriera e la propria pensione futura, scegliendo un lavoro part-time con una minor contribuzione e di conseguenza una minore pensione.
Le prime polizze Ltc hanno fatto capolino sul mercato italiano nel lontano 1998; ne sono state vendute solo poche decine e gli antesignani attuari di quell’epoca sono stati rimossi da dirigenti miopi perché giudicati troppo visionari. L’evoluzione di questa tipologia di contratti ha avuto all’inizio parecchi intoppi: l’assenza di dati utili a redigere una tariffa sostenibile, il moral hazard, l’incertezza fra l’invalidità e la non autosufficienza, ma soprattutto la paura che il rischio non fosse assicurabile in quanto non aleatorio ritenendolo una certezza a fronte di un invecchiamento crescente.
L'esempio tedesco e gli studi sulle neuroscienze
Il Metall Gewerkschaft, il sindacato tedesco dei metalmeccanici corrispondente al Cometa italiano, ha dato alla causa un contributo fondamentale da quando nel 1998 ha creato un fondo dedicato solo alla non autosufficienza, alimentandolo con l’1% del Tfr dei dipendenti che in Germania è versato annualmente e non alla fine del periodo lavorativo. Questi dati, su un campione di metalmeccanici tedeschi che sfiora i cinque milioni, hanno cominciato ad avere una rilevanza significativa in termini statistici; il contributo poi di altri gruppi assicurativi europei che con polizze collettive hanno creato una mutualità all’interno degli stessi gruppi omogenei ha poi rafforzato le basi statistiche e dopo il 2016 tutte le compagnie assicurative italiane hanno lanciato sul mercato la loro polizza Ltc.
Le caratteristiche sono simili, ma non sempre identiche, anche nella valutazione delle Activity daily living le cosiddette Adl cioè le attività di vita giornaliere. Gli studi di neuroscienze, di geriatria, di telemedicina, di conoscenza sulle cellule staminali sul genoma, sui telomeri analizzati dal premio Nobel Elizabeth Blackburn, nella tetrahymena di stagno (un’alga che si riproduce senza mai ridurre la lunghezza dei filamenti dei cromosomi), dimostrano in modo acclarato che continueremo a invecchiare sempre di più: vorremmo tendere all’immortalità e al mito di Prometeo, ma l’allungamento della vita non ne garantisce la qualità; è bello invecchiare, ma in salute; questa è la grande sfida nei laboratori delle aziende che si occupano e si occuperanno sempre di più di longevità.
Quanto costa non essere assicurati?
In termini di investimento economico per la propria vecchiaia, le polizze Ltc offrono soluzioni vantaggiose: a un costo X annuale offrono una rendita X mensile con un forte fattore leva in caso di sinistro; il pagamento è in genere vita intera, ma dopo un periodo di anni, che varia da tre a otto, il contratto prevede anche l’istituto della riduzione, cioè il contratto resta in vigore ma con un capitale ridotto. In caso di sinistro, se la vita residua in stato di non autosufficienza supera i cinque anni, anche con una rendita ridotta la polizza offre prestazioni nettamente superiori ai premi pagati.
La polizza deve essere acquistata con lo spirito di scongiurare l’evento e dare certezza e fiducia all’assicurato di non essere solo ad affrontare il grave problema, se ci sarà, sperando comunque che l’evento negativo non accada. Giovani quarantenni ben posizionati cominciano a pensare di pagare le polizze per i loro genitori sessantenni per scongiurare il rischio di dover provvedere loro stessi, in primis, all’assistenza di un genitore non autosufficiente; coloro invece che hanno o hanno avuto il problema del genitore e lo hanno vissuto in prima persona sono sicuramente quel target di persone più sensibile al tema della non autosufficienza.
Concludendo, oggi per questa tematica le risposte assicurative ci sono e sono le uniche che possono integrare le minime, o addirittura assenti, risposte dello Stato.
Lo slogan che possiamo fare nostro sul tema è: la polizza Ltc costa, ma quanto costa non averla?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
👥