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Franchigia

I contratti di polizza possono prevedere che una quota del danno rimanga a carico dell’assicurato e che l’assicuratore risarcisca il rimanente. La formula, pensata per responsabilizzare il cliente rispetto alla gestione del rischio, prevede tre tipologie differenti

Franchigia hp_vert_img
La franchigia è quella parte di danno che rimane a carico dell’assicurato e che viene dedotta dall’indennizzo in ciascun sinistro liquidabile.
Esistono diversi tipi di franchigia.
La franchigia assoluta è l’ammontare del danno indennizzabile che rimane sempre a carico dell’assicurato e viene dedotto da ogni indennizzo.
In pratica, se il danno è quantificato in 500 euro e la franchigia assoluta è pari a 200 euro, l’importo indennizzato per ciascun sinistro sarà pari a 300 euro.
La franchigia relativa è l’importo che viene detratto dall’indennizzo solamente se inferiore o uguale al danno indennizzabile. Essa, però, non viene applicata una volta che l’importo previsto a questo titolo venga superato. 
È una franchigia applicata per assicurarsi che non siano risarcibili danni di lieve entità, che per la loro frequenza di accadimento rischiano di aggravare eccessivamente il rapporto sinistri a premi della polizza. Viene però assicurato il risarcimento integrale dei danni importanti, che possono causare un pregiudizio reale all’assicurato. 
Per esempio, a fronte di una franchigia relativa di 1.000 euro e di un danno di 800 euro, l’importo risarcibile resterà interamente a carico dell’assicurato. Invece, con la medesima franchigia relativa di 1.000 euro, ma a fronte di un danno pari a 1.200 euro, il risarcimento sarà pari all’intero importo del sinistro. 
La franchigia aggregata è l’ammontare fino alla concorrenza del quale l’assicurato assume a suo carico le somme liquidate per i sinistri pagabili in un determinato periodo assicurativo. Una volta che il totale dei risarcimenti pagati avrà esaurito la franchigia aggregata, l’assicuratore risponderà integralmente delle ulteriori somme liquidabili. In poche parole, se viene pattuita una franchigia aggregata annua di 100mila euro, ogni sinistro risarcibile ai sensi di polizza verrà sostenuto dall’assicurato fino alla concorrenza di tale somma. Una volta esaurito l’importo di 100mila euro, sarà l’assicuratore a sostenere per intero ogni ulteriore sinistro indennizzabile.

Una valutazione basata sulla frequenza dei sinistri
La funzione principale della franchigia consiste nel coinvolgimento dell’assicurato nella gestione del rischio, inducendolo a rispettare le regole di prevenzione che possono evitare il verificarsi del sinistro o che consentono di limitarne le conseguenze. La sua applicazione viene inoltre accettata dall’assicurato per diminuire l’impatto del rischio e ottenere un premio assicurativo più basso.
A tale riguardo, il premio di polizza risulterà inferiore nelle polizze con franchigia assoluta e più alto in quelle con franchigia relativa o aggregata, poiché negli ultimi due casi i costi per l’assicuratore risulteranno più elevati. 
Nel primo caso l’importo stabilito rimarrà sempre e comunque a carico dell’assicurato, mentre nel secondo, qualora il danno superasse la soglia della franchigia relativa o aggregata, il risarcimento sarebbe interamente a carico della compagnia e l’assicurato non concorrerebbe in alcun modo. Tuttavia, qualora la franchigia aggregata fosse particolarmente cospicua, il risparmio sul premio di polizza potrebbe risultare determinante per l’assicurato, soprattutto nei casi in cui la polizza fosse soggetta a una frequenza di sinistri molto elevata.

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