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Frequenza

Si tratta di un concetto basilare nella valutazione tecnica delle compagnie. Il termine si riferisce a un dato percentuale che misura la quantità di accadimenti che in un certo tempo colpiscono una polizza o un portafoglio

Frequenza hp_vert_img
In statistica, si intende per frequenza il numero delle unità in cui si presenta una determinata modalità della variabile oggetto di rilevazione.
In ambito assicurativo, invece, la frequenza indica la percentuale degli eventi dannosi che, in un determinato periodo, colpiscono una polizza o polizze dello stesso ramo.
In pratica, definiamo frequenza l’indice di variazione del numero dei sinistri occorsi nel tempo: maggiore è il numero di sinistri che occorrono in un dato periodo, in un dato ramo di assicurazione o per una polizza che ne fa parte, e più alta sarà la frequenza che li interessa.
Il fattore che indica l’ammontare di ogni singolo sinistro occorso definisce, invece, la severità o gravità dei sinistri stessi.
Gli eventi dannosi, dunque, si definiscono principalmente in base alla loro frequenza e alla loro severità, o gravità. È possibile che una polizza o un portafoglio siano particolarmente soggetti a sinistri di frequenza o a sinistri molto gravi, cioè di severità. 
Nel peggiore dei casi, essi potrebbero anche essere soggetti a entrambi questi indici, il che li renderebbe davvero difficili da controllare e determinerebbe la necessità di intervenire con decisione nella gestione del rischio. 
Com’è logico, le tecniche di risk management prevedono tipi di approccio e soluzioni differenti, a seconda che si debba intervenire su sinistri di importo medio/piccolo che accadono con maggiore frequenza, oppure su eventi più rari, ma che possono raggiungere importi anche molto cospicui. Individuare tali indici è dunque necessario per decidere quale politica di risk management sia necessario attuare.
Come si è accennato, la frequenza si esprime in numero di eventi per unità di tempo, ovvero in percentuale, ed è necessario non confonderla con la probabilità di accadimento, che indica invece il numero di volte in cui ci si può ragionevolmente aspettare che si verifichi un determinato evento.
Determinare la frequenza dei sinistri che interessano una polizza o un portafoglio è piuttosto rilevante sotto molti punti di vista. 
Ad esempio, moltiplicando la frequenza per il costo medio di un determinato ammontare di sinistri è possibile stabilire l’ammontare che una compagnia di assicurazione dovrà utilizzare come elemento base per le sue tariffe, cioè il fabbisogno tecnico per assicurarsi che quella determinata polizza o quel ramo mantengano risultati accettabili. 
Insomma, sono questi concetti che rivestono per gli assicuratori un’importanza basilare sul piano tecnico e dai quali dipendono, in buona misura, anche le scelte operate dai risk manager. 

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