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Generali, modifica del patto parasociale tra Fsi, Cdp e Bankitalia

Esercitati diritti pari allo 0,578% del capitale del Leone di Trieste

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È scesa sotto il 2% la quota Generali interessata dal patto stipulato il 19 dicembre 2012 tra Banca d’Italia, Cassa depositi e prestiti (Cdp) e Fondo strategico italiano (Fsi). A comunicarlo, in un comunicato congiunto, sono i tre protagonisti che portarono all’uscita di Via Nazionale dal capitale del Leone triestino contestualmente all’ingresso della banca centrale nell’azionariato del fondo operativo di Cdp. 

L’operazione è stata dettata dalla volontà di evitare eventuali conflitti di interesse tra Palazzo Koch e Generali dopo l’avvento dell’Ivass, istituto che opera nel perimetro di Bankitalia.

In base all’accordo e alla variazione oggetto del patto (pubblicata il 23 dicembre 2014)  erano 40 milioni di azioni ordinarie emesse da Generali, corrispondenti al 2,569% del relativo capitale sociale. La nota precisa che, a seguito degli sviluppi di operazioni già annunciate al mercato nel corso del 2014, “la percentuale complessiva delle azioni Generali oggetto del patto si è ridotta, in data 23 gennaio 2015, all’1,991% e, pertanto, il Patto non risulta essere più rilevante ai sensi dell’art. 122 del d.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo Unico della Finanza)”.
In particolare allo scadere di una serie di contratti di copertura e prestito titoli aventi a oggetto n. 8.998.306 azioni Generali e dell’esercizio da parte di FSI della facoltà di physical settlement, nel periodo compreso tra il 12 gennaio 2015 e il 23 gennaio 2015, sono state vendute da FSI 8.998.306 azioni  ordinarie Generali (pari allo 0,578% del capitale sociale).
 

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