Insurance Trade

Unipol lancia il Natural risk forum: un think tank sulla governance dei rischi naturali

Presentata a Roma la piattaforma di dialogo tra istituzioni, comunità scientifica e settore privato. L’obiettivo è non lasciare tutto il peso delle cat nat sul comparto assicurativo ma ripensare la strategia di mitigazione e controllo attraverso la prevenzione e la collaborazione di tutti gli stakeholder, coinvolgendo anche la finanza sostenibile

Unipol lancia il Natural risk forum: un think tank sulla governance dei rischi naturali
Prevenzione, visione di lungo periodo e governance integrata. Queste le direttrici alla base del nuovo think tank lanciato da Unipol sui rischi naturali, chiamato Natural risk forum (Nrf), che dovrà evolversi in una piattaforma di idee e contenuti, nei prossimi mesi. Insomma, l'obiettivo è qualcosa di concreto e l'evento di presentazione, tenutosi martedì 14 ottobre, a Roma, non è altro che il punto di partenza per la riflessione di una strategia nazionale di protezione e resilienza del territorio e, ovviamente, della sua popolazione. 

Unipol, attraverso la nuova iniziativa, vuole accendere un faro sul settore assicurativo che, da solo, non può reggere tutto il peso degli effetti distruttivi delle catastrofi naturali: una nuova strategica di prevenzione, mitigazione e controllo deve fiorire dal dibattito del forum, con la collaborazione di tutti gli stakeholder, coinvolgendo anche la finanza sostenibile.  Con l'introduzione per le imprese della polizza obbligatoria contro le cat nat è avvenuto un "enorme trasferimento del rischio dallo Stato ai privati", ha detto durante la presentazione Stefano Genovese, head of institutional & public affairs di Unipol e coordinatore del think tank. "La protezione – ha aggiunto – è diventata un contratto tra privati e le assicurazioni si assumono il compito di aiutare a far ripartire non solo l'impresa assicurata ma tutto un territorio colpito da una catastrofe naturale". L'assicuratore gioca quindi "un ruolo sistemico", ma non può essere lasciato da solo e "servono tutti gli attori della filiera". 

Occorre quindi fare sistema e diffondere la cultura assicurativa. "La vera dannosità degli eventi naturali – ha spiegato Genovese – ha a che fare con la prevenzione, la costruzione degli immobili, gli standard normativi. È anche una grande occasione per ridefinire gli obiettivi di finanza sostenibile: spostare questi asset sulla ricostruzione, l'ammodernamento del patrimonio immobiliare e infrastrutturale". 

Alla base della discussione, uno studio presentato da Nrf supportato da dati tratti dal database internazionale gestito dal Centre for research on the epidemiology of disasters dell’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio. La ricerca, presentata da Daniela D'Agostino, chief property & casualty officer di Unipol, ha evidenziato che negli ultimi cinquant'anni, 115 eventi catastrofali hanno causato 253 miliardi di euro di danni in Italia. 
Come noto, il nostro è tra i paesi europei più fragili: l'ammontare dei danni diretti in Italia rappresenta oltre il 30% del totale europeo, questo in virtù del particolare profilo di rischio italiano, dove i terremoti rappresentano il 68% dei danni complessivi. Il 95% dei Comuni è soggetto a rischio idrogeologico, il 35% della popolazione vive in aree a elevata pericolosità sismica e un ulteriore 33% in zone a rischio medio; il 23% del territorio nazionale è esposto al rischio di frane: "in Italia ci sono i due terzi di tutte le frane attive in Europa", ha ricordato Guido Castelli, commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione dal sisma del 2016, intervenuto durante un panel dell'evento del Natural risk forum.  

Guardando avanti, ai prossimi cinquant’anni, qualora non si mettessero in campo interventi di prevenzione, i danni diretti toccherebbero i 343 miliardi che, insieme a quelli indiretti (247 miliardi), raggiungerebbero la cifra di 590 miliardi di euro. Unipol propone quindi l'opzione di investimenti preventivi che, nel calcolo del think tank, prevedrebbero cinque miliardi di euro annui per i prossimi cinque anni, una cifra in linea con quanto storicamente speso in ricostruzione: il risparmio potenziale sui danni complessivi risulta così, dalla simulazione, pari a 246 miliardi di euro. "Ogni euro investito in prevenzione genera un ritorno di circa 11 euro in termini di minori costi per la collettività", ha precisato D'Agostino. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti