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Demozzi: “Ancora pochi aiuti concreti dalle compagnie”

Intervistato da Maria Rosa Alaggio, il presidente dello Sna giudica insufficiente il sostegno agli intermediari durante l'emergenza coronavirus: anticipi di cassa e posticipi delle rivalse non servono

Demozzi: “Ancora pochi aiuti concreti dalle compagnie”
Claudio Demozzi è netto: le compagnie assicurative non stanno investendo a sufficienza per sostenere gli agenti in questa particolare fase di emergenza. In collegamento virtuale con Maria Rosa Alaggio, direttore delle testate di Insurance Connect, alla presenza oltre 400 partecipanti, il presidente dello Sna ribadisce le posizioni assunte nei mesi del lockdown per la pandemia di coronavirus. E conferma anche in questa intervista che anticipazioni di cassa e posticipi delle rivalse serviranno a poco per sostenere un settore in cui, dice Demozzi, “il 20% degli agenti è stato costretto a mandare in cassa integrazione i propri dipendenti: è la prima volta che capita una cosa del genere”. A detta del presidente dello Sna, “non abbiamo bisogno di piccoli aiuti per l'immediato futuro, ma di interventi strutturali come il taglio delle rivalse che possano consentire alla categoria degli intermediari di sopperire al prevedibile calo delle entrate”.
Secondo Demozzi, le compagnie (soprattutto quelle più grandi e strutturate) avrebbero potuto fare di più. “Una ricerca della nostra direzione studi ha stimato che il calo della circolazione stradale, dovuto alle misure di lockdown, si sta traducendo in un minor numero di sinistri e, di conseguenza, in un risparmio di 1,5 miliardi di euro per le compagnie”, dice Demozzi. “Ci saremmo aspettati – prosegue – una maggiore solidarietà verso la nostra categoria, magari attraverso la costituzione di ammortizzatori sociali che attingessero da questo tesoretto per sostenere un settore, quello dell'intermediazione assicurativa, profondamente colpito dall'emergenza coronavirus”. Tutto ciò, a detta di Demozzi, non si è verificato. E anzi, aggiunge, “le compagnie hanno adottato iniziative che puntano a fare marketing e instaurare un rapporto diretto con la clientela”. In altre parole, a disintermediare la relazione che sussiste fra consumatori e settore assicurativo. “La disintermediazione non è uno spauracchio sbandierato dallo Sna: è un processo reale, che si studia nei libri di testo”, afferma Demozzi. “Ogni qual volta le compagnie predispongono strumenti per scavalcare gli agenti ed entrare direttamente in contatto con la clientela – prosegue – fanno disintermediazione: in Sna è una cosa che abbiamo tremendamente chiara e non faremo sconti a nessuno”.

Il resoconto completo dell'intervista di Maria Rosa Alaggio a Claudio Demozzi sarà pubblicato domani su Insurance Daily.

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