Lemonade, la start up InsurTech più chiacchierata del momento
Basato sul concetto di peer to peer, il nuovo player assicurativo americano si propone di sconvolgere il modo di fare business: prima del suo debutto sul mercato aveva già raccolto finanziamenti per 13 milioni di dollari
12/10/2016
Ha debuttato da pochissimo, ma è già la start up InsurTech più chiacchierata del momento. Parliamo di Lemonade, un nuovo player statunitense che, nelle intenzioni, vorrebbe “rivoluzionare il modo di coprire i rischi”. Le ambizioni (e le iperboli) dunque non mancano. L’azienda si presenta come “la prima impresa assicurativa totalmente basata sul concetto di peer to peer”, proponendo prodotti ritagliati sulle esigenze di gruppi di persone affini.
SFRUTTARE LE AFFINITÀ
A ispirare Lemonade sono le grandi realtà tecnologiche che hanno sconvolto il nostro rapporto con la tecnologia, come Uber o Facebook. Lo ha ricordato lo stesso fondatore e ceo della start up, Daniel Schreiber. “Facebook – ha affermato in un intervento dal titolo Facebook eats insurance – ha 1,6 miliardi di utenti, ma non ha diluito il loro senso di affinità, anche se l’azienda è cresciuta in modo esponenziale. L’esperienza su Facebook è intima, ognuno conosce gli amici della propria rete”. Secondo Schreiber, trapiantare il dna da Facebook nelle assicurazioni potrebbe essere una grande trasformazione. “Un’assicurazione costruita sul paradigma delle reti sociali unirebbe la vera affinità, con un’accessibilità universale. Si manterrebbe la promessa di un’assicurazione che è di gran lunga meno conflittuale, meno costosa e meno burocratica. Realizzare questo – ha spiegato – richiede la creazione di un’assicurazione da zero: nuovi modelli di business e un radicale nuovo quadro tecnologico. Questo è esattamente quello che stiamo facendo”.
POLIZZE PER CHI ABITA NELL’EMPIRE STATE BUILDING
La compagnia, che ha sede a New York, ha iniziato le proprie operazioni sul mercato lo scorso 21 settembre, nove mesi dopo l’annuncio del progetto e l’avvio della ricerca di finanziatori: prima del debutto sul mercato, la start up aveva già raccolto 13 milioni di dollari. Lemonade ha iniziato a vendere polizze per i proprietari di casa dell’Empire State building a partire da 35 dollari al mese, e coperture per i locatari a partire da 5 dollari al mese. Gli utenti possono acquistare le coperture istantaneamente, da qualsiasi dispositivo mobile, “accelerando un processo che altrimenti potrebbe prendere giorni o settimane”, sostiene la start up.
I RISULTATI DOPO I PRIMI DUE GIORNI
Dopo le prima 48 ore di business, Lemonade ha voluto comunicare quanto è riuscita a fare sul mercato: 142 polizze vendute, che hanno generato premi lordi contabilizzati per 14.300 dollari. Come nelle attese, la maggior parte dei 36mila visitatori del sito dell’azienda (il 43%) hanno tra i 25 e i 34 anni, e il 29% tra i 35 e i 44 anni, e sono in maggioranza uomini. La dinamica del business, ha spiegato co-fondatore della start up, Shai Winniger, è stata divulgata per andare incontro “all’impegno dell’azienda nella trasparenza e onestà”.
OPERATIVA CON UNA PROPRIA LICENZA
Lemonade non è l’unico player assicurativo p2p: altre realtà già abbastanza note sono la tedesca Friendinsurance, la britannica Guevara e la cinese TongJuBao. Ma a differenza di altre start up InsurTech, che si appoggiano ad assicuratori tradizionali per sostenere i rischi, Lemonade opera con una propria licenza, approvata lo scorso 15 settembre (a pochissimi giorni dal debutto delle operazioni di business), sebbene abbia comunque diversi partner riassicurativi globali come ad esempio Hiscox, XL Catlin e i Lloyd’s.
SFRUTTARE LE AFFINITÀ
A ispirare Lemonade sono le grandi realtà tecnologiche che hanno sconvolto il nostro rapporto con la tecnologia, come Uber o Facebook. Lo ha ricordato lo stesso fondatore e ceo della start up, Daniel Schreiber. “Facebook – ha affermato in un intervento dal titolo Facebook eats insurance – ha 1,6 miliardi di utenti, ma non ha diluito il loro senso di affinità, anche se l’azienda è cresciuta in modo esponenziale. L’esperienza su Facebook è intima, ognuno conosce gli amici della propria rete”. Secondo Schreiber, trapiantare il dna da Facebook nelle assicurazioni potrebbe essere una grande trasformazione. “Un’assicurazione costruita sul paradigma delle reti sociali unirebbe la vera affinità, con un’accessibilità universale. Si manterrebbe la promessa di un’assicurazione che è di gran lunga meno conflittuale, meno costosa e meno burocratica. Realizzare questo – ha spiegato – richiede la creazione di un’assicurazione da zero: nuovi modelli di business e un radicale nuovo quadro tecnologico. Questo è esattamente quello che stiamo facendo”.
POLIZZE PER CHI ABITA NELL’EMPIRE STATE BUILDING
La compagnia, che ha sede a New York, ha iniziato le proprie operazioni sul mercato lo scorso 21 settembre, nove mesi dopo l’annuncio del progetto e l’avvio della ricerca di finanziatori: prima del debutto sul mercato, la start up aveva già raccolto 13 milioni di dollari. Lemonade ha iniziato a vendere polizze per i proprietari di casa dell’Empire State building a partire da 35 dollari al mese, e coperture per i locatari a partire da 5 dollari al mese. Gli utenti possono acquistare le coperture istantaneamente, da qualsiasi dispositivo mobile, “accelerando un processo che altrimenti potrebbe prendere giorni o settimane”, sostiene la start up.
I RISULTATI DOPO I PRIMI DUE GIORNI
Dopo le prima 48 ore di business, Lemonade ha voluto comunicare quanto è riuscita a fare sul mercato: 142 polizze vendute, che hanno generato premi lordi contabilizzati per 14.300 dollari. Come nelle attese, la maggior parte dei 36mila visitatori del sito dell’azienda (il 43%) hanno tra i 25 e i 34 anni, e il 29% tra i 35 e i 44 anni, e sono in maggioranza uomini. La dinamica del business, ha spiegato co-fondatore della start up, Shai Winniger, è stata divulgata per andare incontro “all’impegno dell’azienda nella trasparenza e onestà”.
OPERATIVA CON UNA PROPRIA LICENZA
Lemonade non è l’unico player assicurativo p2p: altre realtà già abbastanza note sono la tedesca Friendinsurance, la britannica Guevara e la cinese TongJuBao. Ma a differenza di altre start up InsurTech, che si appoggiano ad assicuratori tradizionali per sostenere i rischi, Lemonade opera con una propria licenza, approvata lo scorso 15 settembre (a pochissimi giorni dal debutto delle operazioni di business), sebbene abbia comunque diversi partner riassicurativi globali come ad esempio Hiscox, XL Catlin e i Lloyd’s.
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