Insurance Trade

Informativa e distribuzione

Dall’ Insurance Europe Annual Report emergono le sfide, i traguardi legislativi e i punti di attenzione sulle direttive europee in emanazione. Con particolare attenzione agli aspetti che riguardano l’informazione verso i consumatori, le remunerazioni, la contrattualistica e la privacy

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L’Insurance Europe, la federazione delle associazioni nazionali delle compagnie di assicurazione e riassicurazione in Europa, con i suoi 34 membri (tra cui anche l’Ania) è uno degli organismi di maggiore rappresentanza delle imprese del mondo assicurativo.
Come di consueto, anche per il 2013-2014, l’associazione ha pubblicato un proprio Report che, con lo sguardo attento di un organismo in grado di cogliere le peculiarità del mondo assicurativo e le differenze operative rispetto agli altri settori del mercato finanziario, descrive le sfide, i dibattiti, ma anche i traguardi legislativi raggiunti, così come lo stato dell’arte delle direttive europee emanate ed emanande.
Il Report, ripercorrendo i recenti interventi del legislatore europeo, analizza in maniera trasversale le aree di maggiore impatto e descrive, con esperta criticità, le riforme intraprese nelle tematiche più interessanti.
Con riguardo al vasto tema dell’informativa contrattuale, intrinsecamente legato alla distribuzione dei prodotti assicurativi, l’Insurance Europe è stata parte attiva negli attuali dibattiti in materia di disclosure, trasparenza e regole di condotta, sia a livello europeo che internazionale, con l’obiettivo di contrastare inutili sovrapposizioni all’interno della legislazione sovranazionale (tra ImdMD2, PRIIPs e MiFID 2) e, in un processo di sempre più vasta globalizzazione, di rafforzare l’integrazione tra la normativa europea e quella internazionale.

Priips, il rischio di sovrapposizioni

In questo contesto, l’Insurance Europe sostiene gli obiettivi dell’ImdMD2, volta a garantire maggiore trasparenza ai consumatori nel confronto tra i vari prodotti offerti sul mercato e nella valutazione di possibili conflitti di interesse, ad esempio mediante la disclosure sulle forme e l’origine delle remunerazioni agli intermediari, ma ritiene che tali obiettivi debbano seguire un approccio basato sulla “minima armonizzazione”, ovvero consentendo a ciascuno Stato di mantenere o attuare regole proprie in materia di conflitto di interesse e remunerazioni, che rispecchino anche le esigenze del mercato nazionale.
In questo tema si inserisce anche il Regolamento PRIIPs, visto con favore dalla federazione assicurativa, a condizione che le informazioni previste (c.d. “KidID”) non vadano a sovrapporsi a quelle già richieste in forza della Solvency II e delle disposizioni nazionali vigenti, o che non risultino superflue come accade, ad esempio, nella recente proposta delle istituzioni europee di includere nel perimetro dei PRIIPs anche le polizze vita in cui il rischio non è sopportato dal contraente. Per tale ragione, l’Insurance Europe sostiene l’applicabilità della regolamentazione PRIIPs solo con riferimento ai prodotti di investimento “confezionati”, come del resto già previsto nella prima proposta del Consiglio europeo, ritenendo che un eccessivo ampliamento della norma finirebbe per svuotare i KidID del proprio valore, rendendoli meno adeguati rispetto all’informativa che essi intendono fornire.

Avv. Silvia Colombo e Avv. Benedetta Scotti – Studio Legale Zitiello e Associati

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