Contratti assicurativi trasparenti: l’insegnamento di Guido Alpa
L’avvocato e giurista ligure è venuto a mancare lo scorso 7 marzo. Questo articolo ricorda l’importante contributo che ha dato allo sviluppo del diritto contrattuale, di cui ha sostenuto la centralità rispetto al mercato. Di molta della sua attività si è giovato il settore assicurativo, in particolare nella definizione dei diritti del cliente

05/05/2025
La morte di un maestro del diritto come Guido Alpa impone alcune riflessioni su un tema di grande attualità che ha costituito il nucleo essenziale del suo pensiero e del suo lascito alla comunità dei giuristi e del mondo assicurativo: il diritto contrattuale e la sua evoluzione nel tempo.
Una premessa, però, è d’obbligo. Tutta la vastissima opera di Alpa sui contratti ha avuto per oggetto non solo il profilo giuridico ma anche quello storico, sociologico, filosofico, antropologico ed economico.
E partendo proprio dalla realtà economica e dalle asimmetrie informative esistenti tra il mondo delle imprese e i consumatori, egli ha sempre contemperato il principio universale della libertà e autonomia contrattuale con l’interesse pubblico e con l’interesse di alcune categorie protette.
In particolare, egli ha avuto il merito di rivendicare la centralità del diritto di fronte al mercato e ai suoi possibili abusi attraverso l’esame della giurisprudenza comunitaria e nazionale che può integrare e correggere il contratto iniquo, i valori/principi della nostra Costituzione (in particolare la solidarietà), l’esperienza comparatistica di common law, le autorità amministrative indipendenti e la dottrina.
Una visione del diritto civile, dunque, moderna e articolata, che non si limita alla fonte normativa ma che abbraccia tutti gli ordinamenti che contribuiscono a crearlo. Un ritorno al diritto e alla sua umanità, avrebbe detto Paolo Grossi.
La sua attenzione al mondo dei contratti (e a noi interessa quello dei contratti assicurativi) si è mossa in due direzioni.
Ampliare la nozione di consumatore
Da una parte, si deve anche alle opere di Alpa se il legislatore, ma soprattutto la giurisprudenza, ha ampliato la nozione di consumatore, facendovi rientrare il professionista che conclude un contratto per la soddisfazione di esigenze della vita quotidiana, in alcuni casi il risparmiatore, le microimprese e, in materia di contratti assicurativi stipulati a favore di terzi, la posizione del beneficiario/consumatore assimilata a quella del contraente, con la conseguenza che il terzo può invocare il cosiddetto foro del consumatore (Cassazione civile n. 369/2007).
L’esigenza di una effettiva trasparenza contrattuale
Dall’altra parte, Alpa ha dato un contributo fondamentale al concetto di trasparenza contrattuale che è diventato un principio cardine del nostro ordinamento. Gli scritti del maestro si sono concentrati sull’esigenza di rendere i consumatori quali contraenti deboli informati e consapevoli di tutti i rischi legati alla sottoscrizione di un contratto.
Nell’ambito che ci interessa, come è noto, esiste un ampio apparato normativo sugli obblighi informativi che le imprese e gli intermediari devono adempiere nella fase precontrattuale, contrattuale e successiva alla stipulazione della polizza. Ma Alpa ha posto in evidenza l’esigenza che tali obblighi informativi siano adempiuti anche sul piano sostanziale, come è stato affermato dalla giurisprudenza sin dagli anni Novanta del secolo scorso.
Il che si traduce in pratica nella necessità di parlare molto con gli assicurandi e non limitarsi a far firmare loro una serie infinita di documenti.
C’è poi un altro insegnamento di Alpa che le compagnie dovrebbero recepire, ovvero quello di rendere i contratti assicurativi più chiari e intellegibili eliminando anche le clausole vessatorie ancora presenti in diverse polizze.
Sono consapevole che modificare le clausole contrattuali per renderle più trasparenti ed eque è un processo lungo e complesso, ma se vogliamo un diritto assicurativo che sia al servizio di un paese moderno che tuteli maggiormente gli interessi degli assicurati, è necessario che le imprese compiano questo sforzo culturale.
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