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I vantaggi del welfare aziendale

L’introduzione in azienda di uno strumento integrativo rivolto ai dipendenti agevola la contrattazione collettiva, l’efficienza fiscale e la condivisione degli obiettivi, ponendo le basi per relazioni industriali più efficienti

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Il welfare aziendale è il nuovo pilastro della retribuzione: uno strumento integrativo fortemente innovativo rispetto ai tradizionali interventi di retribuzione e incentivazione. Il welfare aziendale crea valore nel breve, medio e lungo periodo. Aumenta il benessere dei dipendenti e migliora il clima aziendale consolidando il senso di appartenenza, la condivisione di obiettivi e agevola la contrattazione collettiva ponendo le basi per relazioni industriali efficienti.
A fronte di una riduzione sempre più consistente di welfare pubblico, si sviluppano nuove esperienze di welfare aziendale: dall'azienda mamma che pensava alle colonie estive dei nostri figli, si è passati alle più moderne e sofisticate tecniche di benefit per soddisfare i diversi bisogni di una popolazione aziendale in costante evoluzione.
Finalmente il mercato si sta muovendo e le aziende hanno realizzato che il welfare è un'area nella quale si può fare efficienza fiscale, dare servizi a valore aggiunto e cambiare in maniera significativa la vita del proprio personale dipendente.

Le aree di defiscalizzazione
Facciamo un passo indietro, cos'è il welfare aziendale in sostanza? È l'applicazione congiunta delle aree di defiscalizzazione che sono previste nel corpus del D.p.r 22 dicembre 1986 n. 917 (Tuir) relativo alle disposizioni inerenti le forme di retribuzione non monetaria, cosiddetta fringe benefit. L'art. 51 Tuir si occupa del loro trattamento in capo ai dipendenti, mentre gli artt. 95 e 100 Tuir definiscono i limiti e le condizioni di deducibilità dei relativi costi in sede di determinazione del reddito d'impresa (vedi tabella).
Oggi l'Italia non è più in grado di incrementare il salario se non in maniera discrezionale perchè il cuneo fiscale aumenta o comunque rimane stabile, portando il costo del lavoro a livelli di difficile sostenibilità: per dare 100 euro l'azienda ne spende 140 euro e il dipendente ne percepisce poco meno di 60 euro netti in busta paga.
Il meccanismo del welfare aziendale consente nelle tasche di riferimento di erogare somme senza costi aggiuntivi nè lato azienda nè lato dipendente: è una soluzione win win. Ovvero l'azienda dà 100 euro di welfare e il dipendente riceve esattamente 100 euro senza oneri aggiuntivi, tassazione in capo al dipendente o carichi previdenziali. Ma come si finanzia un piano di welfare?

  • Investimento/recupero di efficienza: l'azienda destina un valore per ciascun dipendente senza modificare il sistema retributivo in essere.


  • Premio di produzione: l'azienda definisce in fase di contrattazione sindacale la conversione di una parte di premio e l'incremento del premio stesso non in cash, ma in beni e servizi. Questa modalità è sempre più in voga sia nelle realtà medio grandi, ma anche in quelle piccole.
Riduzione dei costi e servizi per i lavoratori
Le esperienze si sono moltiplicate negli anni e le varie forme di welfare hanno integrato le prestazioni garantite dallo Stato non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente offrendo servizi personalizzati a tutte le categorie di lavoratori e alle loro famiglie. Il mercato oggi sembra pronto ad implementare queste forme di sostegno economico in quanto le aziende hanno bisogno di dare segnali significativi a costi contenuti.

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