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Contratti di ramo III, per la Corte Ue sono polizze

Una pronuncia di fine maggio ribalta la sentenza della Cassazione italiana

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La Corte di giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che le polizze di ramo III non devono necessariamente garantire il capitale investito dal cliente. Questa sentenza è in contrasto con quanto disposto dalla Corte di Cassazione italiana lo scorso maggio che, deliberando su un caso specifico, aveva stabilito che qualora la polizza non avesse garantito la restituzione del capitale, questa si sarebbe dovuta considerare puro prodotto d'investimento.  

Ora invece la Corte dell'Ue, secondo quanto riporta il quotidiano Italia Oggi, con una sentenza dello scorso 31 maggio, ribalta la posizione della Cassazione italiana, sostenendo che le polizze di ramo III possono comportare, per loro natura, sia guadagni sia perdite finanziarie e non devono necessariamente garantire il capitale investito. 
Le due sentenze sono comunque difficilmente assimilabili, perché quella italiana è un "vaglio di legittimità" mentre quella europea è un "vaglio di conformità". 

Tuttavia si tratta di un'ennesima conferma rispetto alla tesi delle compagnie italiane, che hanno da subito evidenziato il carattere eccezionale della pronuncia della Cassazione, ribadendo la validità della disciplina normativa e fiscale dentro cui si inscrivono le polizze di ramo III.  

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