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Previdenza complementare, il patrimonio arriva a 167 miliardi di euro

Crescita costante negli ultimi 12 anni: dato quasi triplicato rispetto ai 57 miliardi del 2007

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Prosegue il consolidamento del mercato della previdenza complementare in Italia. A fine 2018, secondo il rapporto Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2018 di Itinerari Previdenziali, il settore poteva contare su un patrimonio complessivo di 167 miliardi di euro. Numeri che diventano ancor più alti se si prendono in considerazione anche le risorse gestite da casse professionali e fondazioni di origine bancaria, nonché le riserve delle compagnie di assicurazione: in questo caso, l’asticella schizza a 860 miliardi di euro, abbastanza per consentire all’Italia di porsi al 15° posto fra i paesi Ocse e non Ocse per patrimonializzazione della previdenza complementare. 
Bene anche la raccolta, che registra flussi netti positivi per 5,98 miliardi di euro (+2,52%): considerando anche gli asset in scadenza, esclusi quelli delle compagnie assicurative, si arriva a nuove risorse da investire per circa 20 miliardi di euro. Ombre invece sul fronte dei rendimenti, in un anno particolarmente difficile per i mercati finanziari: eccezion fatta per le fondazioni bancarie e le gestioni separate, tutti gli investitori hanno registrato rilevanti contrazioni rispetto agli anni precedenti e performance rimaste al di sotto dei rendimenti obiettivo. Situazione migliore se si allarga l’orizzonte di osservazione, cosa opportuna per investimenti di lungo periodo che mirano a creare una rendita complementare per gli anni della pensione: in questo caso, i rendimenti medi tornano a battere i benchmark.

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