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Un vitale bisogno di educazione finanziaria

Intervenendo nel corso di un incontro pubblico a Firenze, il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, ha sottolineato l’importanza della cultura in materia per poter fare scelte consapevoli

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L’educazione finanziaria “non può, e non deve, soppiantare la tutela dei risparmiatori affidata alle autorità indipendenti e agli organi dello Stato”. È ciò che ha affermato il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi (nella foto), intervenendo ieri al Palazzo degli Incontri di Firenze in una tavola rotonda dal titolo Educazione finanziaria per la crescita dell’Italia, l’informazione, la tutela del risparmio, la sostenibilità e la cultura. Rossi ha spiegato che il ruolo pubblico è insostituibile, “per una ragione di logica economica e istituzionale”. Il presidente dell’Ivass ha sottolineato che il rapporto commerciale fra un risparmiatore retail e chi gli offre un prodotto finanziario “è per sua natura squilibrato a favore del venditore”, che ne sa di più del suo cliente su quello che gli sta offrendo. “Anche un salumaio – ha detto – sa meglio del suo cliente se il prosciutto che gli sta vendendo è più o meno buono. Ma un prodotto finanziario è diverso da un salume perché la sua utilità è interamente frutto di una promessa futura, quindi la sua materia prima è la fiducia. Bisogna fidarsi che in futuro le cose andranno come dice il venditore. E nelle cose economiche e finanziarie il passato è scarsa guida del futuro. “Questa è grosso modo la ragione della tutela pubblica che molti paesi riservano ai risparmiatori. Anche perché il risparmio ha un grande valore sociale: consente alla collettività di investire per accrescere produzione e benessere”, ha osservato Rossi aggiungendo che certamente, “se il risparmiatore è messo in condizione di difendersi da solo nei confronti di prodotti finanziari mal disegnati o mal venduti, perchè ha una cultura finanziaria, la tutela è più efficace”.

Parlare un linguaggio comprensibile

Rossi si è poi soffermato sulle iniziative dell’Autorità di vigilanza in materia di educazione finanziaria. Innanzitutto il presidente dell’Ivass rimarca una differenza nei bisogni di educazione dei cittadini italiani fra il caso delle assicurazioni e quello delle altre branche della finanza. “Nel primo caso l’esigenza prevalente è quella di indurre tutti noi ad assicurarci di più; nel secondo, di selezionare meglio i prodotti da acquistare”. In Italia, ha ricordato “c’è un chiaro fenomeno di sottoassicurazione: da noi i premi per danni non derivanti dalla circolazione su strada (dove l’assicurazione è obbligatoria) sono meno della metà della media dei paesi avanzati”. Negli altri campi finanziari non c’è difetto di domanda, piuttosto a volte si comprano prodotti sbagliati o non adatti. La sottoassicurazione degli italiani, soprattutto per i danni alla propria casa, secondo Rossi ha probabilmente cause culturali. “Dico probabilmente perché manca una rilevazione affidabile dei nostri comportamenti assicurativi, ma è comunque cruciale fare ogni sforzo per convincere la gente che assicurarsi conviene”. L’Ivass lavora all’obiettivo di innalzare il livello di copertura assicurativa nel nostro paese. “In questo momento – ha spiegato – stiamo dedicando risorse a mettere in piedi, in collaborazione col ministero dello Sviluppo economico, un test di conoscenze assicurative (insurance literacy), che, come quelli già collaudati di financial literacy, possa aiutarci a misurare nel tempo l’efficacia dell’azione educativa”. Inoltre, il presidente dell’Istituto di vigilanza ha ricordato l’impegno dell’Autorità anche sul fronte della semplificazione del linguaggio attraverso l’iniziativa Contratti semplici e chiari. “È un campo di confine fra tutela degli assicurati e innalzamento della loro consapevolezza sui benefici dell’assicurazione: più il cliente è messo in grado di capire e più capisce e si assicura. Da quest’anno, per iniziativa dell’Ivass i contratti assicurativi dovranno essere scritti in maniera più semplice, perché gli assicurati possano comprenderli meglio”.

La conoscenza come fonte di benessere individuale

Infine, Salvatore Rossi ha voluto sottolineare l’importanza dell’educazione finanziaria non soltanto per rendere più efficace la tutela pubblica del risparmio, ma per “alimentare il benessere individuale e “contribuire allo sviluppo economico della società”. Una gestione consapevole del denaro e l’abitudine a non sprecare “aiutano a rendere lo sviluppo macroeconomico sostenibile”. Purtroppo la scuola non insegna quasi nulla in materia economico-finanziaria. “Come è noto – ha evidenziato – quelle materie sono escluse dai programmi ministeriali di quasi tutti gli ordini scolastici”. Nozioni basilari per la nostra vita di tutti i giorni sono lasciate alla buona volontà di apprendimento dei singoli di ogni età. La quantità di informazioni, spesso confuse, contraddittorie, a volte manipolate, che si rovesciano sulla nostra testa è aumentata. “Un cittadino che deve prendere decisioni cruciali su quanto risparmiare per il domani, su quanto e come investire su come orientarsi nel ginepraio delle offerte di prodotti finanziari e previdenziali che gli vengono proposti – ha osservato il presidente dell’Ivass – incontra serie difficoltà se manca di nozioni elementari come la distinzione fra rendimenti nominali e reali, la relazione rischio/rendimento o l’importanza della diversificazione del proprio risparmio”. E non basta la cultura finanziaria, occorre anche una buona dose di saggezza comportamentale: “bisogna saper riconoscere i principali limiti cognitivi ed emotivi che minano i nostri processi decisionali. Più informazioni abbiamo – ha concluso Rossi – più cerchiamo scappatoie che ci mettano al riparo dall’intollerabile fatica di dover prendere decisioni con troppe variabili”.

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