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Brexit no deal, un atto di autolesionismo

Il presidente dell’associazione delle compagnie britanniche ha messo in guardia dai rischi per il settore assicurativo di un’uscita disordinata dall’Ue

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Una Brexit no deal “sarebbe un imperdonabile atto di autolesionismo economico e sociale che il Regno Unito potrebbe rimpiangere”. È il grido d’allarme lanciato da Huw Evans (nella foto), direttore generale dell’Association of british insurers (Abi). Intervenendo ieri sera a Londra, durante la tradizionale cena annuale dell’associazione, Evans ha affermato che con lo scadere del tempo a disposizione, l’ultima carta da giocare sarebbe quella di arrivare a un breve posticipo della Brexit. Secondo Il dg del corrispettivo britannico della nostra Ania “qualsiasi accordo futuro con l’Ue che impone al Regno Unito di rispettare le regole su cui non ha voce in capitolo potrebbe essere armato da coloro che nell’Ue vogliono danneggiare il Regno Unito”. Ciò potrebbe comportare che gli assicuratori britannici debbano detenere più capitali del necessario, “il che, oltre a nuocere alla competitività e alla riduzione degli investimenti nell’economia, potrebbe anche far sì che le persone vedano diminuire le proprie pensioni”.
All’evento di ieri ha partecipato una platea variegata composta da amministratori delegati di compagnie assicurative, primarie personalità del mondo politico e autorità di regolamentazione. Evans ha rimarcato che attualmente l’industria assicurativa britannica ha un surplus di esportazione di 16,7 miliardi di sterline, di cui un terzo realizzato nell’Ue.
Il Regno Unito è attualmente il più grande mercato assicurativo in Europa, il quarto più grande al mondo e impiega oltre 300 mila persone nel Paese.



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