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Investimenti, il fascino della polizza

Gli italiani scelgono sempre di più di allocare i propri risparmi in prodotti assicurativi: lo rileva uno studio della Fabi

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La polizza assicurativa come forma di investimento piace sempre di più agli italiani. Secondo uno studio della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) su risparmi e investimenti, a fine 2018 le polizze e le assicurazioni avevano un valore di quasi 1.000 miliardi di euro e corrispondevano a un quarto dei risparmi; nel 2008 erano a quota 586 miliardi (18%) e nel 2013 si attestavano a 731 miliardi (20%). Sono in netta discesa, invece, gli acquisti di obbligazioni e titoli di Stato: alla fine dello scorso anno, erano a quota 297 miliardi (7% del totale), mentre nel 2008 si attestavano a 775 miliardi (23%) e nel 2013 a 623 miliardi (17%). In lieve salita anche il peso delle azioni: da 721 miliardi (22%) del 2008 a 957 miliardi del 2018 (23%). Lo studio, che ha analizzato il periodo compreso tra il 2008 e il 2018, rileva che le famiglie italiane hanno quindi optato per un alleggerimento della componente azionaria (comunque cresciuta del 26% nel periodo considerato) e obbligazionaria (compresi i titoli di stato) a beneficio di comparti con profili di rischiosità e rendimento più equilibrati. Nel decennio considerato la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è cresciuta di 838 miliardi (+25%) passando da 3.302 miliardi di euro a 4.141 miliardi.
La ricerca della Fabi evidenzia un crescente disinteresse per i fondi comuni di investimento (che comunque assorbivano solo una percentuale del 5% della ricchezza complessiva a fine 2008) con una dinamica di crescita più che favorevole sino al secondo trimestre 2018. Le famiglie italiane hanno destinato una buona fetta dei propri risparmi a tale comparto, pari a circa 8.000 miliardi, e la crescita complessiva registrata tra il 2008 e giugno 2018 è stata la più alta in assoluto e quasi vicina all’80%. In termini di masse, sono ad oggi investiti in questa tipologia di strumento finanziario quasi 18.500 miliardi di euro di nuove risorse, assorbendo più del 10% del totale della ricchezza. “Le mutate politiche di raccolta delle banche, la ridotta fiducia da parte degli italiani negli strumenti finanziari da queste emesse nonché il contenuto livello di tassi di interesse – spiega la Fabi – hanno generato continui flussi di disinvestimento dal comparto obbligazionario".

Sembre meno obbligazioni

Nella gestione dei risparmi delle famiglie italiane, si assiste a un drastico ridimensionamento del comparto obbligazionario e dei titoli di stato, con un deflusso complessivo di risorse superiore a 450 miliardi. Al termine del secondo trimestre 2018 l’investimento in obbligazioni appare infatti poco significativo, assorbendo solo il 7% del patrimonio totale contro una percentuale del 23% registrata alla fine degli anni Novanta. "Una diversa evoluzione – si legge nell’abstract dello studio – è stata invece sperimentata per i depositi bancari, conti correnti e prodotti di tipo assicurativo, per i quali rimane alto l’interesse e che dimostra la accentuata attenzione delle famiglie italiane alla sicurezza e liquidità. L’investimento in depositi e cresciuto, sebbene meno rapidamente dei c/c, con flussi medi annui di poco superiori ai 20 miliardi, che hanno portato il valore complessivo intorno ai 440 miliardi. Il peso sul totale del portafoglio finanziario degli italiani e però diminuito passando dal’13% del 2008 all’ 11% del 2018, rimanendo, comunque, al di sotto dei valori superiori al 12% raggiunti negli anni precedenti la crisi".

Essere pronti a disinvestire

La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane appare però maggiormente concentrata in tipologie di strumenti caratterizzate da facili e veloci possibilità di disinvestimento. La liquidità che caratterizza il conto corrente bancario e la necessità di trovare forme alternative di previdenza e di risparmio offerte dal comparto assicurativo continuano ad essere gli elementi trainanti delle scelte finanziarie dei risparmiatori italiani.
Il flusso dei nuovi investimenti in conti correnti italiani ha quasi raggiunto, nel corso dell’ultimo ventennio, la cifra di 300 miliardi e con un peso nel portafoglio complessivo che ha raggiunto (insieme a quello riferito ai prodotti assicurativi) la percentuale del 50% rispetto agli altri strumenti finanziari. "Nello stesso periodo - sottolinea la ricerca - circa un quarto della ricchezza finanziaria complessiva è stato assorbito dal comparto previdenziale ed assicurativo, che a giugno del 2018 hanno raggiunto un controvalore di quasi 1.000 miliardi”.



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