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Vittime della strada, serve più impegno da parte di tutti

Ancora elevato il numero di morti in Italia. Fondazione Ania e Asaps in campo con iniziative concrete

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Si è celebrata ieri la Giornata mondiale Onu in memoria delle vittime della strada. “Un momento di profonda riflessione e di ricordo per coloro che hanno perso la vita sulle nostre strade”, lo ha definito Maria Bianca Farina, presidente della Fondazione Ania. Una ricorrenza che deve rappresentare “un’occasione per soffermarsi su un tema che ha un forte impatto sociale, come quello degli incidenti stradali”, ha aggiunto Farina.
Il contesto di riferimento per quanto riguarda l’Europa e l’Italia è preoccupante. Secondo i dati pubblicati dall’Asaps (Associazione sostenitori amici Polizia Stradale) nel 2017 le vittime della strada sono state 25.315 (70 al giorno) in tutta l’Ue. “Anche il 2018, pur in mancanza dei dati definitivi, non sembra far registrare buoni numeri”, spiega il presidente di Asaps, Giordano Biserni, che ha ricordato “la serie tragica e mai vista di eventi del mese di agosto”, tra cui il crollo viadotto Morandi, l'incidente gravissimo con l’esplosione dell’autocisterna a Borgo Panigale (Bologna) e gli incidenti con decine di vittime fra i migranti in Puglia: “il paradigma di una situazione generale sulle strade veramente preoccupante”, ha affermato Biserni.
Il tasso di mortalità stradale tra il 2016 e il 2017 è passato in Italia da 54,2 a 55,8 morti per milione di abitanti, tornando ai livelli del 2015, mentre in Europa è sceso da 52 a 49,7. Nel confronto europeo, tra il 2017 e il 2010 i decessi si sono ridotti del 19,9% a livello europeo, e del 17,9% in Italia: “una variazione decisamente bassa – ha commentato Biserni – e inadeguata per raggiungere l’obiettivo europeo di dimezzamento del numero di morti in incidenti stradali entro il 2020”.

Metà delle vittime sono pedoni, ciclisti e centauri

L’Asaps, in particolare, segnala che nel 2017, con 1.681 morti, gli utenti vulnerabili (pedoni, ciclisti e motociclisti) hanno rappresentato circa il 50% delle vittime sulle strade. L’associazione è impegnata da anni sul fronte della sensibilizzazione attorno al tema della sicurezza stradale. Secondo Biserni, “siamo di fronte a una allarmante e sistematica criminalizzazione di tutti i mezzi di controllo della velocità (autovelox, telelaser e perfino il tutor) e ora anche dell’etilometro. Sono nate associazioni specializzate nei ricorsi seriali e i Giudici di pace troppo sensibili alle istanze dei conducenti sono sempre numerosi”. L’educazione stradale nelle scuole “è oggettivamente più sporadica e occasionale. Da quando non viene più rilasciata negli istituti scolastici l’abilitazione alla guida dei ciclomotori – ha chiosato il presidente di Asaps – sembra scomparsa ogni vocazione alla formazione ed educazione stradale".
Sul fronte della sicurezza è molto attiva anche la già citata Fondazione Ania, impegnata con iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione. Attraverso il rapporto sviluppato negli anni con le principali associazioni di familiari delle vittime della strada, inoltre, sono nati progetti dedicati proprio al supporto di coloro che hanno perso un parente a causa di un incidente. Tra questi c’è Ania Cares, un vero e proprio pronto soccorso psicologico per le vittime della strada e i loro familiari. Un servizio già operativo a Roma, a Milano, a Firenze, a Campobasso, accessibile attraverso il numero verde 800 893 510.

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