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Più risk management nelle imprese

Secondo l’osservatorio Cineas-Mediobanca, salgono al 37,5% le aziende che gestiscono i rischi in maniera integrata

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Sempre più imprese puntano sul risk management: nel 2018, secondo il sesto osservatorio di Cineas e Mediobanca che è stato presentato questa mattina a Milano, il 37,5% delle aziende ha infatti adottato sistemi integrati di gestione del rischio. Numeri in rialzo rispetto al 17,2% e 25,3% registrati rispettivamente nel 2017 e 2016. E che trovano il loro naturale contraltare nella contrazione della quota di imprese che non hanno ancora adottato nessuna strategia: il dato cala al 5,7%, dopo l’11,5% fatto registrare lo scorso anno.
Il risk management si conferma poi salutare per il business: la gestione integrata dei rischi si accompagna una crescita di almeno un terzo dei ritorni economici, con un +34% per il Roi e un +39% per il Roe. “La nostra ricerca – ha commentato in una nota Massimo Michaud (nella foto), presidente di Cineas – ci ha permesso di sottolineare come il governo dell’impresa debba ricomprendere la gestione dei rischi. Le aziende più attente alla gestione del rischio – ha aggiunto – guadagnano di più e sono più propense all’innovazione”. Le aziende più virtuose si collocano prevalentemente nel nord-est, mentre il mezzogiorno sconta un ampio ritardo: un’impresa su tre del meridione non dispone infatti di un adeguato presidio del rischio. A livello settoriale, il risk management risulta più diffuso nel segmento chimico-farmaceutico e in quello alimentare.
Nella gestione aziendale, gli obblighi normativi sono quelli che riservano le principali preoccupazioni. E non stupisce che, in questo contesto, la sicurezza sul lavoro e la difettosità di prodotto siano i rischi più percepiti. A seguire si piazzano cyber risk e rischio reputazionale, minacce che, stando alla maggioranza del campione, risultano difficilmente assicurabili. Il ricorso a coperture assicurative si rivela così ancora limitato: meno di un terzo degli intervistati ha sottoscritto soluzioni sul fronte di business continuity e supply chain (32%), cyber risk (23%), tutela delle competenze professionali (19%), rischio reputazionale (19%) e imitazione di prodotto (12%). Il basso livello di assicurazione è dato principalmente dalla mancata conoscenza dell’offerta assicurativa e dalla percezione che gli imprevisti abbiano una bassa possibilità di verificarsi.

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