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Le sfide della non autosufficienza

Secondo Itinerari Previdenziali, nei prossimi trent’anni la spesa pubblica del settore supererà il 3% del Pil

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Sempre più anziani, sempre più bisognosi di cure e attenzioni. Stando alle recenti stime dell’Istat, nei prossimi vent’anni la quota di over 65 in Italia supererà il 29%: gli over 85 saranno oltre il 5% della popolazione nazionale. In questo contesto, non stupisce che l’incidenza di patologie croniche risulti in deciso aumento. E pone la questione di come affrontare la sfida della non autosufficienza.
Un tema, quest’ultimo, posto al centro del tavolo di lavoro promosso dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, con il supporto scientifico di Assoprevidenza. E che è sfociato, dopo diversi momenti di incontro e dibattito, nel quaderno di approfondimento Le sfide della non autosufficienza.
Stando ai numeri della ricerca, gli italiani spendono di già 9,2 miliardi di euro per fronteggiare la non autosufficienza. Una cifra verosimilmente sottostimata, visto che spesso badanti e assistenti domestici sono assunti con contratti irregolari. E a cui vanno sommati i 31,2 miliardi di euro spesi dallo Stato. Nei prossimi trent’anni, stima il rapporto, la spesa per la non autosufficienza potrà sfondare il muro del 3% del Pil, segnando un considerevole balzo in avanti rispetto all’attuale 1,9%.
Due le possibili soluzioni: un sistema obbligatorio di protezione dal rischio di non autosufficienza o l’introduzione di modalità di presa in carico del soggetto bisognoso di cure. Percorsi che, pur nella differenza, appaiono accomunati dalla necessità di introdurre formule di long term care che diventano ancor più urgenti in un contesto di atomizzazione dei nuclei familiari.

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