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Borse e bitcoin: un lunedì nero

Wall Street cede il 4,6%, contagiando i listini di tutto il mondo. E la moneta virtuale scende sotto i 6.000 dollari

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Si chiude la striscia di 112 sedute consecutive senza flessioni superiori al 1% per Wall Street. Ieri, proprio nel giorno dell’insediamento di Jerome Powell alla guida della Fed, il listino di New York ha segnato un ribasso del 4,6%: insomma, un vero e proprio flash crash che avrebbe registrato anche punte di -6%. La paura ha contagiato anche i mercati asiatici, trascinando al ribasso i listini del Continente: il Nikkei ha perso il 4,73%, Shenzhen il 4,44%, Shanghai il 3,35%. E negativa è stata anche l’apertura odierna delle borse europee, con i listini rimasti impantanati ampiamente sotto la parità.
Gli analisti si dividono. Secondo alcuni, la flessione sarebbe la naturale conseguenza delle valutazioni eccessive di Wall Street: le società dell’indice S&P500 valgono mediamente 27 volte gli utili. Secondo altri, invece, alla base di tutto ci sarebbe paradossalmente il buon andamento dell’economia: il timore è che i dati positivi su salari e occupazione possano spingere le banche centrali a una più rapida normalizzazione della politica monetaria.
Intanto non si ferma la discesa del Bitcoin, sprofondato, secondo alcune piattaforme, sotto i 6.000 dollari. Alcune banche statunitensi, a tal proposito, hanno deciso di bloccare l’uso di carte di credito per l’acquisto di monete virtuali: un’ulteriore perdita di valore non consentirebbe infatti ai risparmiatori di saldare i propri debiti.

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