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I risk manager e la gender diversity

Secondo una ricerca Anra il 70% delle donne ha un inquadramento contrattuale medio-basso

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La gender diversity come valore aggiunto per le aziende: un principio largamente condiviso ma si fatica ad applicarlo. Secondo una ricerca di Anra sulla culturale aziendale,  il 28% dei risk manager delle più importanti aziende italiane afferma che all’interno della propria azienda non tutti si sentono a proprio agio con le donne in posizioni manageriali e il 38% riconosce l’esistenza di una disparità di trattamento ai fini della carriera professionale tra uomini e donne con figli. Secondo Anra i dati contrastano con la diffusa consapevolezza che le attitudini tipicamente femminili come la capacità di gestire le difficoltà, la capacità di ascolto e organizzazione siano le soft skill di un risk manager di successo. 
Dal campione di intervistati, composto per il 63% da rispondenti di sesso maschile con età superiore ai 45 anni e per il 37% da rispondenti di sesso femminile, emerge che il 70% della popolazione femminile si distribuisce su un inquadramento contrattuale medio-basso (impiegato 38%, quadro 32%), mentre il 51% della popolazione maschile si posiziona principalmente su livelli dirigenziali (24%) e di libero professionista (27%). Il 14% dei partecipanti riconosce l’esistenza di pregiudizi di genere all’interno del proprio team di risk management, ma la percentuale raddoppia al 28% considerando l’azienda nel suo complesso. 

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